Gli arcani della scultura: il Matto

Giacomo Manzu e Luigi Magnani
Giacomo Manzu e Luigi Magnani

Lo sguardo perso del matto fissa il vuoto, punta lontano ad una specie di limbo in cui non c’è nessuna certezza tranne la necessità di andare oltre. Così spesso fa l’artista.

Il rapporto di amicizia e stima tra Luigi Magnani e Giacomo Manzù nasceva dal comune amore per la musica. Nell’archivio della Fondazione Magnani Rocca sono conservate le lettere inviate da Manzù a Magnani tra il 1942 e il 1978, molte delle quali hanno come argomento principale proprio la musica ed il teatro, in particolare l’Opera. Quello che segue è un breve frammento dall’introduzione di Luigi Magnani al volume Manzù e il palcoscenico, pubblicato nel 1972. Magnani ci racconta un divertente episodio su Giacomo Manzù che testimonia in prima persona il suo genio folle e creativo.

“Si discorreva dell’Elettra di Sofocle e dell’opera omonima di Strauss, di cui egli deve allestire la scena per la Deutsche Opera di Berlino, quando improvvisamente il suo occhio da attento si fece fisso a punto lontano. Non ascoltava più, vedeva. Come in preda ad un raptus balzò in piedi: avvolgendosi in un mantello nero ch’era lì presso e coprendosi il volto ‘Sono Oreste” gridò spalancando le braccia, Oreste che si rivela alla sorella incredula, Oreste che con impeto improvviso si slancia sulle vittime designate a compiere la sua vendetta. Ormai non v’era più bisogno di parole — tutto gli era già noto per intuizione: risvegliato dal suo sogno, descrisse il giovane eroe come gli era apparso in quegli istanti, munito di aurea corazza, armato di daga come il S.Giorgio adolescente, appena compiuto per il monumento funebre a Giorgio Morandi, la cui fiera e cruda determinazione di giustiziere dovrà apparire, nell’Oreste, più inesorabile e spietata per il tratto gentile del nastro rosa che gli cinge la fronte.”

scritto da Matteo Martignoni

 

Puoi leggere il testo completo di Luigi Magnani nel catalogo della mostra Manzù/Marino. Gli ultimi moderni

Gli Arcani della scultura,l’Arte di Manzù/Marino raccontata in 22 figure
I destini di Manzù e Marino si intrecciano, si rincorrono, a volte viaggiano paralleli, altre volte si toccano e proseguono dritti per la loro strada. Lo studio creativo Kreativehouse utilizza l’antico simbolismo dei Tarocchi per rileggere, assieme allo staff della Fondazione, la storia della Scultura e le straordinarie vite di Giacomo Manzù e Marino Marini. Nasce così il progetto di storytelling gli Arcani della scultura, un percorso di 22 carte, 22 immagini, 22 storie mai raccontate prima. Gli Arcani della scultura è realizzato in occasione della mostra Manzù/Marino. Gli ultimi moderni alla Fondazione Magnani Rocca.