La vita di Paul Delvaux

Paul Delvaux nasce il 23 Settembre 1897 ad Antheit, vicino a Liegi.

Il padre Jean è avvocato a Bruxelles, mentre la madre Laure Jamotte è un soprano, dal carattere forte e protettivo, che molto influenzerà il figlio nell’arco della sua vita. La condizione economicamente agiata della famiglia garantisce a Paul un’infanzia serena, caratterizzata da studi musicali e classici. Dopo la sua nascita, i Delvaux si trasferiscono a Bruxelles.
Dal 1903 al 1909 frequenta la Scuola primaria di Saint-Gilles a Bruxelles, dove prende lezioni di musica È a scuola che vede per la prima volta nelle vetrine scientifiche alcuni esemplari di scheletri animali e di anatomia umana, rimanendone affascinato. Nel 1907 si appassiona alla lettura dei romanzi di Jules Verne riprenderà alcuni personaggi nei suoi dipinti. A 12 anni comincia a disegnare; si tratta per lo più di acquerelli con soggetti che copia sia da opere classiche, manifestando un, precoce interesse per la mitologia e la classicità, sia da maquettes, da lui stesso realizzate, di tram e treni. Dal 1910 al 1916 studia greco e latino alla Scuola superiore sempre di Saint-Gilles, appassionandosi all’Odissea di Omero e all’Eneide di Virgilio.

Paul Delvaux allo specchio nel suo atelier
Paul Delvaux allo specchio nel suo atelier

I genitori avrebbero voluto per Paul una carriera da avvocato, come da tradizione di famiglia ma vedendo in lui tutt’altra attitudine, nel 1916 lo incoraggiano a iscriversi alla facoltà di Architettura dell’Accademie royale des Beaux-Artes des Bruxelles; il giovane però dimostra subito di avere problemi con la matematica e lascia il corso dopo un anno. È il momento della formazione, in cui moltiplica il numero di disegni e acquerelli, soprattutto sul tema della natura. È in occasione di una vacanza sul Mare del Nord che nel 1919 alcuni di quegli acquerelli arrivano a Franz Courtens, figura di primo piano dell’impressionismo belga; Courtens coglie il grande talento di Paul, tanto da convincerne i genitori a incentivare la sua carriera artistica. A Paul sarà quindi consentito di seguire all’Accademia le lezioni di pittura decorativa diCostant Montald pittore simbolista, già allievo di Pierre Puvis De Chavannes e amico di Emile Verhaeren. Studia le tecniche e approfondisce il lavoro sul tema del paesaggio scegliendo come soggetti località a cui è affezionato; campi, sorgenti, le rive e le piante del fiume Mosa, il canale di Anderlecht il Rouge Cloitre (Chiostro Rosso) nella foresta di Soignes; luogo d’incontro per pittori cultori del paesaggio, dove dal 1920 trascorre molti dei suoi pomeriggi. Qui conosce l’artista Alfréd Bastien, che incoraggia Paul nelle sue aspirazioni.
All’inizio degitanni venti, oltre ai paesaggi, Delvaux dipinge le sue prime stazioni ferroviarie, in particolare la Gare du Luxembourg Bruxelles, dove la figura umana è ridotta a semplice aneddoto e in cui sceglie tonalità scure, nella tradizione realista dei maestri allora in voga. Tra sperimentazioni e riprese, ,arriva momento delle mostre; la prima lo vede all’interno dell’Exposition de jeune peinture e jeune sculpture nella galleriaGiroux a Bruxelles nel 1923, insieme a Magritte, Boignet e Flouquet. Una seconda mostra sempre a Bruxelles lo vede inserito nel gruppo “Le Sillon”, composto da artisti sensibili, al movimento impressionista. Il 1924 dal punto di vista storico-artistico è un anno importante, poiché viene pubblicato il primo Manifesto del Surrealismo, firmato da André Breton. Delvaux affermerà che ciò che lo avvicina al movimento è la poesia, ciò che lo allontana da esso è la teoria. L’ansia della ricerca lo porta spesso all’insoddisfazione per i propri lavori, che distrugge in buona parte, motivo per cui ci sono pervenute poche opere del periodo. Fra il 1925-1926 Delvaux modifica stile e soggetti e si dedica alle sue prime mostre personali. Presenta paesaggi che inglobano neonaturalismo primitivista e influenze postimpressioniste, elabora inoltre composizioni in cui include figure monumentali e personaggi misteriosi, optando per una gamma cli colori caldi e vivi. In questa fase è influenzato dagli espressionisti dell’avanguardia belga, quali Constant Permeke e Gustave De Smet. Durante un viaggio a Parigi nel 1927, visita la Galene Paul Guillaume e conosce le opere di Giorgio de Chirico, di cui subirà la forte influenza. Pur non approfondendo il sistema di simboli caratterizzanti la poetica metafisica, avverte il fascino poetico delle dinamiche inconsce e del rapporto con un sistema di realtà possibili. Nel 1929 Paul conosce Anne-Marie de Martelaere che chiamerà con affetto “Tam”; i due instaurano una relazione contrastata dai genitori dell’artista che li porterà alla rottura.
Delvaux si sente coinvolto dal movimento espressionista e visita a Bruxelles mostre di James Ensor, Gustave van de Woestijne oltre a Constant Permeke, artisti che ammira e da cui trarrà spunto sino al 1934. In questa fase dipinge tele di grande formato con figure dai visi strutturati e geometrici ma che già interpellano l’osservatore; si distacca però dall’Espressionismo rifiutandone l’impasto materico e preferendo toni piatti. Delvaux si mantiene comunque un artista autonomo e questo gli permette di avvicinarsi anche al Surrealismo con la mediazione di Claude Spaak che gli fa conoscere E.L.T. Mesens, pittore surrealista belga, e lo introduce alle opere di René Magritte. Da un iniziale approccio critico e dubbioso, si lascia coinvolgere dal mistero che ne pervade le opere, ma ancora non ne abbraccia la poetica. All’inizio degli anni trenta alla fiera di Bruxelles visita il Musée Spitzner sono esposti curiosità mediche, scheletri e modelli di corpi e organi deformi; qui rimane colpito da una Venere in cera, che respira grazie a un meccanismo ingegnoso. Il Musée Spitzner cattura la curiosità di Delvaux costituendo un punto di svolta nella sua ricerca; associazioni impreviste e temi macabri e inconsueti torneranno a più riprese nella sua carriera. Espone alcune opere al Musée des Beaux-Arts di Bruxelles. Il suo lavoro risente della separazione da Tam, mentre le tele idealizzano un tipo di donna che tornerà costantemente sia con riferimento alla stessa Tam ma anche a una figura capace con la sua nudità di attrarre quanto di respingere. Delvaux sceglie soggetti caratterizzati da occhi spalancati rivolti all’ignoto, dove il tempo è sospeso e i sentimenti congelati. Nel 1932 realizza la sua prima Vénus endormie, ispirata alla Venere di cera del Musée Spitzner, tela che successivamente distruggerà ma a cui seguiranno numerose versioni, molte delle quali nuovamente distrutte; il soggetto diventa prefigurazione del tema dell’incomunicabilità per le opere a venire, proprio nel periodo in cui muore la madre Laure. Alla fine dell’anno tiene una personale al Palais des Beaux-Artsdi Bruxelles. Il 1934 è l’anno della svolta, quello in cui Delvaux subisce lo choc del Surrealismo visitando la mostra Minotaure Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, che ospita otto opere di De Chirico, sei di Dalì, cinque di Magritte, e altre di Tanguy, Brauner, Mirò, Ernst; la doppia influenza dell’arte di De Chirico e del Surrealismo sarà fondamentale per lo sviluppo del suo stile. Accoglie l’idea della libertà di trasgredire la logica razionalista per creare nuove relazioni mentali tra oggetti e personaggi.
Soggiorna per un periodo a Spy, un villaggio vallone dove realizza dipinti e acquerelli espressione della sua nuova estetica, fatta di paesaggi desolati e misteriosi, scheletri e ombre, architetture classiche, donne nude e figure in posa in dimensioni spazio-tempi indefmite. Poco dopo conosce Magritte col quale espone nel 1936 al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles due, entrambi di origine vallone, condividono la ricerca di una nuova concezione di spazio, tempo e azione, ma, nonostante l’influenza surrealista, Delvaux mantiene autonomia nella scelta dei temi. Nel 1937 muore il padre e sposa Suzanne Purnal, il matrimonio si rivelerà un insuccesso. Nel 1938 André Breton lo coopta per le due Esposizioni Internazionali Surrealiste, la prima, organizzata insieme a Paul Éluard-alla Galerie des Beaux-Arts di Parigi, la seconda alla Robert Gallery di Amsterdam; in estate Mesens organizza una mostra con 17 opere di Delvaux alla London Gallery, dove Paul conosce la collezionista Peggy Guggenheim. Parte poi per un viaggio in Italia e visita Firenze e Roma. Alla fine degli anni trenta, Delvaux raggiunge la maturità nello stile, che manterrà negli anni seguenti variando soltanto di poco i temi. Le sue opere più significative uniscono la ricerca spazio-temporale metafisica di De Chirico con l’ermetismo enigmatico di Magritte. La scelta cade su nudi femminili inseriti in atmosfere oniriche, velatamente erotiche, in contrapposizione agli scheletri umani inseriti in cupi e vaghi scenari. Suggestionato da quanto visto nel primo viaggio in Italia ne compie un secondo quando visita Napoli, Ercolano e Pompei, rimanendo affascinato dalle architetture classiche, la cui visione dal vero gli fornisce ulteriore ispirazione.

Durante il secondo conflitto bellico Delvaux non partecipa alla vita politica, ma realizza una cinquantina di tele influenzate dal clima di grave instabilità; crocifissioni e deposizioni, scene notturne con giovani, ragazze, scheletri, stazioni ferroviarie, q ambientazioni classiche evocano inquietudine e sconcerto. Una personale di Delvaux è organizzata alla Julien Levy Gallery di New York con felice risonanza critica, anche se due delle opere vengono bollate come oscene. Nel 1947 dopo diciotto anni ritrova e riprende a frequentare Tam, il vecchio amore, che sposerà nel 1952. L’anno seguente prende parte alla XXIV Biennale veneziana con l’opera Pygmalion, la quale viene però tacciata di immoralità. Nel 1950 è nominato professore di pittura all’Ecole Nationale Supérieure d’Art et d’Architecture a la Cambre de Bruxelles, fondata da Henry van de Velde nel 1926, carica che manterrà sino al 1962. Nel 1954 torna alla Biennale veneziana, il cui tema è “Il fantastico nell’arte”, dove manda opere a soggetto religioso in cui campeggiano scheletri umani; le opere non sono apprezzate dal patriarca di Venezia Angelo Roncalli (futuro papa Giovanni XXIII) che le considera eretiche. Paul e Tam vanno a vivere aBoitsfort. Da questo momento sono i treni, le stazioni, le periferie e le foreste i temi prediletti.

Il 1956 è l’anno del viaggio in Grecia, che forte impatto avrà sul suo lavoro; gli elementi architettonici dell’antichità classica sono resi con una forte ricerca del dettaglio e inserifi in architetture complesse. Nel 1962 è nominato membro del Comitato di pittura moderna del Musées rayauxdes Beaux-Arts de Belgique, che frequenterà sino all’età di 81 anni. Il Museum van Schone Kunsten di Ostenda allestisce una sua retrospettiva in cui alcune opere destano scandalo tanto da esserne vietato l’ingresso ai minori. Il 1963 lo vede impegnato a dipingere l’interno degli amati vagoni del Trans Europe Express. Anche Parigi celebra Delvaux: nel 1969 la retrospettiva al Musée des Arts Decoratif sancisce la sua consacrazione. Negli anni settanta le sue opere raggiungono l’Oriente, con mostre a Tokyo e a Kyoto. Collabora col mondo teatrale e disegna i costumi del balletto “La nuit transfigurée” per la prima parigina, con le coreografie di Roland Petit e le musiche di Arnold Schönberg. Il 1979 è l’anno che vede la nascita della Fondation Paul Delvaux, che prevede la creazione di un museo a Saint-Idesbald, inaugurato nel 1982 grazie all’appoggio del re Baldovino I.

L’artista si spegne il 20 Luglio 1994 a Furnes, all’età di 97 anni; viene sepolto accanto all’adorata Tam.