Con gli occhi di Magnani, la visione di un sogno "in rosa"

QUANDO SI REALIZZA UN SOGNO

A completamento della mostra dedicata a Luigi Magnani, tra i suoi desideri inappagati – invero assai pochi – ne abbiamo scelto uno che fosse emblematico: Il cavaliere in rosa di Giovan Battista Moroni, uno dei capolavori assoluti della ritrattistica cinquecentesca. Quest’olio su tela (che reca la data 1560) ritrae Gian Gerolamo, della nobile schiatta bergamasca dei Grumelli, secondo dei tre figli maschi dell’anziano Marcantonio con la sua giovanissima terza moglie Medea, che in tutto gli diede otto eredi.

L’ambientazione metafisica della scena conferisce al ritratto, come a molte altre opere del Moroni, un gusto affatto moderno. Il notabile è rappresentato a figura intera in un ambiente chiuso, ma volutamente diroccato, simbolo di una vanitas cui fa da contraltare la virtus dell’individuo.

Il Cavaliere in Rosa, Giovan Battista Moroni, 1560, olio su tela

Il cavaliere incarna l’ideale di virile eleganza spagnola propria della seconda metà del XVI secolo. A risaltare è l’abito, maschio ma non privo di ricercatezza: il giovane indossa una giubba con colletto, corta in vita e con una pancetta chiusa da una cintura nera, calzoni alla castigliana che proseguono con un elemento a cannone fino al ginocchio e calze tenute da giarrettiere. La caratteristica saliente è la vivida nota cromatica dell’abito trapuntato d’argento in ricami preziosi, quel color de rosa seca di ispanica distinzione, quell’altrimenti rosa corallo che tinge, tono su tono, ogni capo e che s’accorda al vivace incarnato, sintomo di energia e vitalità sorvegliate. Lo sguardo è severo e consapevole, la posa è ferma ma disinvolta, pronta al movimento: la mano destra tiene una berretta piumata, la sinistra s’appoggia prudentemente sull’elsa della spada, testimoniando un temperamento audace e sicuro di sé.

Un bassorilievo, incastonato a destra sullo sfondo, raffigura l’episodio biblico dell’assunzione in cielo di Elia sul carro di fuoco, non prima però di aver fatto cadere il suo mantello divino sul successore Eliseo. Sotto la scena è leggibile l’enigmatico motto in castigliano: MAS EL ÇAGVERO/ QVE EL PRIMERO. L’iscrizione forse allude alla condizione di cadetto dei Grumelli del Gian Gerolamo o piuttosto alle seconde nozze con le quali si legava a sua cognata, la nobildonna e poetessa Isotta Brembati.

Ancora più in basso, un torso marmoreo in precario equilibrio sulla modanatura della parete dello sfondo proviene dalla nicchia soprastante, come testimonia il piede destro fino allo stinco ancora al suo posto sul basamento. Verosimilmente questo potrebbe costituire l’allusione ad un “giovenile errore” che per il cavaliere potrebbe essere rappresentato dal primo matrimonio.

Laszlo Vinkler, Ritratto di Luigi Magnani, 1936, olio su tela

Il desiderio di Magnani per questo dipinto lo individua quasi come un suo ideale ritratto: negli occhi del cavaliere come in quelli dell’esteta la medesima inclinazione ad un dandismo tutt’altro che effimero, consapevole di sé ma non compiaciuto. Si delinea così un curioso parallelo tra il negotium del giovane Grumelli e l’otium del maturo Magnani che, per petrarchesco ravvedimento contemplativo, nulla lasciava d’intentato nel senile impegno alla ricerca del bello.

Il dipinto appartenuto alla famiglia Grumelli, insieme al ritratto – dello stesso autore – di Isotta Brembati, passò nel 1871 nella collezione Moroni. Questa fu notificata per intero allo Stato nel 1948, che anni dopo pensava di modificare il vincolo complessivo a favore di uno per ciascuna opera. Magnani pensò di acquistare entrambi i ritratti. L’acquisizione non ebbe mai luogo; esponendo Il cavaliere in rosa nella Villa dei Capolavori, si chiude un cerchio. Si realizza un sogno.
(Mauro Carrera, estratto dal catalogo della mostra Luigi Magnani L’ultimo romantico

Dove

Fondazione Magnani Rocca,
via Fondazione Magnani Rocca 4,
Mamiano di Traversetolo (Parma).
Mappa Google

Orari

Dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.

Prezzi

€ 12,00 valido anche per le raccolte permanenti

€ 10,00 per gruppi di almeno venti persone

€ 5,00 per le scuole

Informazioni e prenotazioni gruppi

Informazioni e prenotazioni gruppi: Tel. 0521 848327 / 848148 e-mail info@magnanirocca.it  www.magnanirocca.it

Il sabato ore 16.00 e la domenica e festivi ore 11.30, 15.30, 16.30, visita alla mostra con guida specializzata; è possibile prenotare via mail a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e guida).

Partners

La mostra è realizzata grazie al contributo di: FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA.

Media partner: Gazzetta di Parma.
Con la collaborazione di: AXA XL e AonAngeli Cornici, Cavazzoni Associati, Fattorie Canossa, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.