Sembrano pulsare di vita propria. Non è un’illusione ottica, ma una sensazione fisica: i colori respirano, le forme palpitano come organismi viventi

“La vita” e “L’amore”, opere del 1919, non rappresentano una scena – la generano sotto i nostri occhi, come un incantesimo perpetuo.

La mostra “FLORA. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi” rivela in questi capolavori una visione radicale: dove finisce il fiore e dove inizia l’umano?

Questi pannelli gemelli sono manifesti di rivoluzione estetica. Le figure allegoriche emergono come apparizioni organiche da un pesco fiorito, i loro corpi generati dagli stessi principi che governano la crescita dei petali. Chini fonde l’umano con il botanico, suggerendo un’unica grammatica formale per entrambi.

Dichiarando che “il grafico analitico di un fiore è simile a quello di una figura umana“, Chini non faceva un’osservazione tecnica, ma articolava una filosofia intera. In un’epoca dominata dalla centralità dell’umano, propose una visione panteistica dove la gerarchia tradizionale veniva deliberatamente dissolta.

É difficile non pensare alle opere di Gustav Klimt di cui Chini si era innamorato alla Biennale di Venezia del 1910.

In “L’amore”, l’abbraccio degli amanti non è un semplice soggetto romantico, ma un fenomeno naturale inevitabile come la fioritura primaverile.
Avvolti da rose in un’atmosfera crepuscolare, sotto foglie cadenti e stelle-fiori cosmici, suggeriscono che lo stesso principio generativo attraversa l’intero universo.

Non è solo una scelta stilistica, ma un ripensamento della relazione uomo-natura che anticipa preoccupazioni ecologiche contemporanee. Chini ci invita a chiederci: e se, invece di distinguerci dalla natura, ne riconoscessimo la nostra profonda appartenenza?

Osservando queste opere, non guardiamo semplicemente i dipinti, ma specchi che riflettono una verità dimenticata: non siamo spettatori del mondo naturale, ma suoi silenziosi complici. In ogni petalo che Chini ha dipinto, fiorisce anche un frammento della nostra umanità.