Da pastificio di provincia a simbolo del cibo Made in Italy. Un marchio che nel tempo si è affermato anche grazie a indimenticabili manifesti, packaging, caroselli e cortometraggi animati entrati a pieno titolo nel nostro immaginario.
La storia della pasta Barilla è anche la storia dell’Italia del Novecento.
Capellini, spaghettini, vermicelli, bucatini, bavette, lasagnette, reginette, tempestine sono solo alcune delle trecento forme di pasta consumate in Italia. Barilla, la prima ditta a produrre pasta a livello industriale, stringe un forte legame con la tradizione italiana.
Il primo marchio del 1910 raffigura un garzone, un ragazzo che – sotto lo sguardo invisibile ma presente del maestro pastaio – spacca un grande uovo nella madia colma di farina.

Negli anni Cinquanta, Erberto Carboni, il pubblicitario chiamato da Pietro Barilla a coordinare l’immagine dell’azienda, riprende quel grande uovo per trasformarlo nel marchio definitivo della Barilla. Stilizzato, sdoppiato fra il negativo e il positivo, il doppio ovale ricorda il tuorlo e l’albume e trasmette un messaggio di genuinità, moltiplicato su confezioni, manifesti, calendari e camioncini.



La campagna di Carboni è totale, esaustiva, onnicomprensiva. Con eleganza e creatività, connota le qualità della pasta Barilla: nel ’52 esalta la varietà dei formati e, inserendo cucchiaio e forchetta, sottolinea che è una pasta pronta; nel ’54, ribadisce che è prodotta con ingredienti nutrienti: ben cinque uova appaiono nella pancia della gallina. Cinque ogni chilogrammo di farina, come richiesto dalla ricetta emiliana, di cui l’azienda si fa garante. Barilla diventa per tutti la pasta del buon appetito; con Barilla è sempre domenica; con sole 100 lire ci si sente a casa, in famiglia, ovunque.
I manifesti Barilla, Facis, Baci Perugina, Campari, Pirelli, Carpano. La storia dei più celebri marchi italiani va in scena nella mostra Pubblicità! alla Villa dei Capolavori.