Nella seconda metà dell’Ottocento Marianna Panciatichi Ximenes abita la Villa di Mamiano. Era una delle prime naturaliste italiane. Una ricercatrice appassionata, esperta di molluschi, ornitologa e botanica, passione che ha preso dal padre Ferdinando.
A quel tempo non è facile studiare le scienze se sei una donna, ma Marianna è determinata, scrive diversi libri e riceve riconoscimenti. Non solo era un’attenta collezionista, ma era una studiosa inserita nei maggiori dibattiti del suo tempo: il darwinismo e il concetto di specie.
Qui a Mamiano il marito di Marianna, Alessandro Anafesto Paulucci, ha deciso che sorgerà un moderno Giardino all’Inglese con ambienti diversi, collinette, radure e persino un lago vicino al quale Marianna si fa costruire un capanno dove colleziona piante rare da tutto il mondo, azalee, ortensie, orchidee.
L’anima di una casa sta nelle storie delle famiglie che l’hanno vissuta, nei passi attraverso le stanze, nelle voci e nelle risate, nei racconti davanti al camino.
Nella Villa di Mamiano si sono succedute tre diverse dinastie.
All’inizio dell’Ottocento era semplicemente il parco della Villa del Marchese Palucci generale al servizio dello Zar. Poi è stata la dimora di una delle prime naturaliste in Europa e in quel periodo è diventato un vero Giardino all’Inglese con piante rare ed esotiche. Poi il Parco è passato dai conti Zileri Dal Verme alla Famiglia Magnani. Qui Luigi Magnani accoglieva i più grandi nomi della cultura del tempo come Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Giorgio Morandi, Konrad Lorenz, persino Margaret d’Inghilterra. Passeggiavano all’ombra dei tassi, tra i platani e i grandi cedri del Libano, in mezzo a pavoni colorati e bianchi.
Il Parco Romantico della Villa dei Capolavori sta per ritornare al suo antico splendore grazie al restauro reso possibile dal PNRR. In questo momento è in corso un importante intervento che prevede la piantumazione di centinaia di nuovi alberi, arbusti e fiori.
Le piante monumentali e rare sono oggetto di cure speciali con tecniche moderne di arboricoltura. Lo splendido Giardino all’italiana con la sua siepe di bosso sta tornando al suo disegno originario.
Anche il lago del giardino ottocentesco si sta trasformando in un biolago capace di autoregolarsi e ospitare nuove specie acquatiche.
Ma la novità più grande è il Giardino contemporaneo, ispirato al “New Perennial Movement”. Sarà un giardino che cambia con il susseguirsi delle stagioni, offrendo un’esperienza diversa ogni volta che lo si visita. In primavera ed estate esploderà di colori con le fioriture, mentre in autunno le piante assumeranno tonalità calde e suggestive, prima di appassire in inverno. Un design moderno che si avvicina ai modelli di importanti musei d’Europa come il Vitra Museum, la Serpentine Gallery di Londra e il museo Hauser & Wirth di Somerset.
Il progetto di restauro del Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca è realizzato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’intervento, finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU e gestito dal Ministero della Cultura, rientra nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” e mira a valorizzare l’identità storica e paesaggistica di questo spazio unico.
Progetto architettonico
Alberto Bordi
Sauro Rossi
Marco Zarotti
architetti associati
Progetto paesaggistico e agronomico
Dott. Elisa Marmiroli
Studio àrbora
Consulenza storica e paesaggistica
Prof. Carlo Mambriani
Intervento PNRR M1C3 – Investimento 2.3 “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici” Restauro del Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca
CUP I68E22000050006