Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori

Dal 12 settembre al 13 dicembre 2020, la Fondazione Magnani-Rocca, col titolo “L’ultimo romantico”, propone un ricchissimo omaggio espositivo al suo Fondatore, e lo fa nella dimora che Luigi Magnani trasformò in una casa-museo sontuosa e sorprendente, la ‘Villa dei Capolavori’ a Mamiano di Traversetolo, nel parmense. Uomo di cultura tra i grandi della sua epoca, Luigi Magnani può essere legittimamente assunto a testimone di ‘Parma Capitale Italiana della Cultura 2020’, sotto la cui egida la mostra “L’ultimo romantico” si svolge, sempre nella splendida villa della Fondazione Magnani-Rocca.

Milton Gendel, Luigi Magnani con Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, nella Villa dei Capolavori; esposto in mostra "L'ultimo romantico"
Milton Gendel, Luigi Magnani con Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, nella Villa dei Capolavori, 1984

Luigi Magnani (1906-1984), uno dei massimi collezionisti di opere d’arte al mondo, nella sua casa delle meraviglie realizzò un vero Pantheon dei grandi artisti di ogni epoca, un tempio che si andò animando lentamente con l’acquisizione di dipinti e arredi unici, dai Morandi e i fondi oro degli inizi, poi il Tiziano, il Goya, fino al Monet, ai Renoir e al Canova degli ultimi anni della sua vita, in un processo di identificazione spirituale con le opere che giungevano ad abitare la sua dimora presso Parma come la scena della sua vita intellettuale.

Giovan Battista Moroni dipinge nel 1560 "Il cavaliere in rosa"; esposto in mostra, era un'opera fortemente cercata da Luigi Magnani ma mai ottenuta
Giovan Battista Moroni, Il cavaliere in rosa, 1560, olio su tela 216 x 123 cm

La mostra “L’ultimo romantico”, con oltre cento magnifiche opere provenienti da celebri musei e prestigiose collezioni, intende raccontare nei saloni della Fondazione Magnani-Rocca destinati alle mostre temporanee – in parallelo alla sua Raccolta d’arte permanente, allestita nei saloni storici della Villa – la figura di Luigi Magnani, che amava il dialogo tra la pittura, la musica, la letteratura, attraverso i suoi interessi e le personalità che frequentò o alle quali si appassionò, rendendolo un “nuovo” e “ultimo romantico”. Intellettuale di primo piano nella cultura italiana del Novecento, nonché frequentatore dei più esclusivi salotti del suo tempo, fu tra i fondatori di Italia Nostra.

L’esposizione – a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera – presenta dipinti, ritratti, autoritratti e documenti autografi dei celeberrimi artisti, critici, musicisti, letterati, registi, aristocratici, capitani d’industria frequentati da Magnani, da Bernard Berenson alla sorella della regina d’Inghilterra, da Eugenio Montale allo stesso Giorgio Morandi; inoltre omaggi pittorici alla passione per la musica di Magnani, resi dai più grandi artisti italiani del Novecento, da Severini a de Chirico a Guttuso a Pistoletto; importanti strumenti musicali antichi; i segreti della Villa della Fondazione Magnani-Rocca, svelati eccezionalmente al pubblico, per scoprire appieno la figura di Luigi Magnani quale “ultimo romantico”.

Infine, il sogno di altri ‘capolavori assoluti’ inseguiti da Magnani ma non conquistati, che in occasione della mostra raggiungeranno la Villa dei Capolavori e verranno svelati; il primo grande sogno realizzato è il celeberrimo dipinto Il cavaliere in rosa di Giovan Battista Moroni, capolavoro cinquecentesco, gemma di Palazzo Moroni a Bergamo, che, dopo la Frick Collection di New York, viene ora esposto alla Fondazione Magnani-Rocca per la durata della mostra.

Gino Severini, La leçon de musique; esposto nella mostra "L'ultimo romantico"
Gino Severini, La leçon de musique, 1928 – 1929, olio su tela, 160,5 x 71,5 cm

Quella che ora è chiamata ‘Villa dei Capolavori’ è tuttora abitata dallo spirito della bellezza, e mostra ancora purezza e forma sublimi, così come la volle Magnani, del quale rappresenta il compiuto autoritratto, come lo è per Peggy Guggenheim la collezione conservata a Venezia. Nella Villa della Fondazione Magnani-Rocca si è realizzato un ‘museo dell’anima’ in cui quadri dei grandi maestri del passato, degni dei più importanti musei del mondo, accanto ad arredi del primo Ottocento degni di una residenza napoleonica, raccontano di sé e della vita di chi li ha raccolti e custoditi, Luigi Magnani appunto, in una romantica dialettica con alcune delle opere simbolo della contemporaneità, singolarmente raccolte in occasione della mostra “L’ultimo romantico”.

Renato Guttuso, Natura morta con pianoforte; esposto in mostra "L'ultimo romantico"
Renato Guttuso, Natura morta con pianoforte, 1947, olio su tela, 41 x 55 cm

Un dipinto da solo varrebbe il viaggio alla Villa di Luigi Magnani: è il grande quadro di Francisco Goya La famiglia dell’infante don Luis (1783-1784), forse il ritratto di corte più rivoluzionario di tutta la storia della pittura. Eccezionali sono anche le treMadonne col Bambinodi Filippo Lippi, Albrecht Dürer, Domenico Beccafumi, dipinte a cinquant’anni l’una dall’altra; altre opere imperdibili sono il Ghirlandaio, il Carpaccio, il Rubens, il Van Dyck, i Tiepolo, il Füssli, ma unici sono il preziosissimo Stimmate di San Francesco di Gentile da Fabriano e l’indimenticabile Sacra conversazione di Tiziano (1513). La magnificenza dei capolavori pittorici si traduce in scultura nella Tersicore di Canova e nelle due figure femminili di Bartolini.

Il nucleo contemporaneo è dominato dalle ben cinquanta opere di Giorgio Morandi, riunite durante la vita del pittore all’interno di un rapporto di stima e di amicizia con Magnani. Altro pittore emiliano presente nella collezione è Filippo de Pisis, con un gruppo di dipinti intensi e drammatici. Tra le altre opere di artisti italiani spiccano una stupefacente Danseuse futurista di Gino Severini, una piazza metafisica di Giorgio de Chirico, alcuni lavori di Renato Guttuso e considerevoli sculture di Giacomo Manzù e Leoncillo. Importantissimo anche il Sacco di Alberto Burri del 1954, che Magnani considerava il proprio baluardo avanguardistico. Fra i non italiani, la Villa ospita l’unica sala di opere di Paul Cézanne in Italia; incantevole è il paesaggio marino di Claude Monet e splendide le opere di Renoir, Matisse, de Staël, Fautrier, Hartung.

Antonio Donghi, Strumenti musicali; esposto in mostra "L'ultimo romantico"
Antonio Donghi, Strumenti musicali, 1935, olio su tela, 64 x 56 cm

Capolavori che continuano a suscitare emozioni profonde, altissima espressione dell’intimo e commosso stupore dell’uomo di fronte al segreto della bellezza. Segreto che Magnani, leggendo l’amato Doctor Faustus di Thomas Mann, riconosceva nella tensione tra il prorompente impulso creativo e le inviolabili leggi strutturali dell’arte; per questo volle per la propria raccolta un’opera di Rembrandt raffigurante proprio il Doctor Faustus. Della capacità dell’arte di conchiudere significati assoluti Magnani era convinto, come pure del suo afflato metafisico; per questo, dopo un lungo soggiorno romano dedicato all’insegnamento, si era ritirato nella sua Villa di Mamiano, fra gli amici eletti e le amate opere d’arte.

Qui come già per Magnani, dimora per noi tutti la gioia silenziosa del posare lo sguardo su questi sublimi frammenti della vicenda umana, raccolti fino alla morte, avvenuta nel 1984 a settantotto anni, dopo una vita trascorsa in dialogo spirituale con i grandi della cultura, ospiti reali o ideali della sua splendida residenza. Il percorso della Fondazione Magnani-Rocca era stato avviato con la sua istituzione da parte di Magnani nel 1977, nel disegno di destinare i suoi tesori d’arte al godimento di tutti, nel ricordo dei propri genitori, donando a Parma e all’Italia una piccola Versailles.

L’apertura al pubblico della Villa avvenne trenta anni fa, nell’aprile 1990. Venivano così svelate le opere di una raccolta quasi leggendaria appartenuta a una delle più eclettiche personalità culturali del XX secolo: Magnani fu infatti scrittore, saggista, storico dell’arte, compositore, critico musicale e, con le sue ricerche e i suoi scritti su Correggio, Morandi, Mozart, Beethoven, Goethe, Stendhal, Proust, seppe, come pochi, ricongiungere le ragioni del sentimento e quelle dell’intelletto.

Le opere provengono da importanti istituzioni quali, fra le altre, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Mart di Rovereto, la Fondazione Teatro alla Scala e il Museo del Novecento di Milano, il Fondo Ambiente Italiano, celebri collezioni quali la Collezione Barilla di Arte Moderna e gallerie impegnate nella valorizzazione dell’arte del XX secolo.

L’ultimo romantico. Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori

Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).

Dal 12 settembre al 13 dicembre 2020. Aperto anche tutti i festivi.
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto 1° novembre e 8 dicembre. Lunedì chiuso, aperto lunedì 7 dicembre in quanto Ponte.
Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti – € 10,00 per gruppi di almeno venti persone – € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it
Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera, saggi e testi in catalogo di Luigi Magnani, Mariolina Bertini, Giovanna Bonasegale, Mauro Carrera, Fabrizio Clerici, Carlo Mambriani, Gian Paolo Minardi, Stefano Roffi, Alberto Savinio, Vittorio Sgarbi.
Ufficio Stampa: Studio ESSECI di Sergio Campagnolo
Simone Raddi gestione2@studioesseci.net tel. 049 663499

In copertina: Giovan Battista Moroni, Il cavaliere in rosa, 1560, olio su tela 216 x 123 cm