J come Jim Morrisonl'Alfabeto di Massimo Campigli

Jim Morrison sulla copertina del singolo "Unknown soldier" del 1968
Jim Morrison sulla copertina del singolo “Unknown soldier” del 1968

Nel maggio del 1971 si spegne, all’età di settantasei anni, Massimo Campigli, uno dei più importanti pittori italiani del Novecento. Nel luglio dello stesso anno muore a Parigi Jim Morrison, ma la sua dipartita fa sicuramente più notizia.

Campigli, artista discreto e introverso passa i suoi ultimi giorni nella sua casa di Saint-Tropez in compagnia dell’amato pastore tedesco Ras, circondato dai ricordi di una vita e dalle grande tele del suo studio. Gli ultimi giorni di Jim Morrison invece sono un turbine di droga e sesso che si concludono con una fine tragica nella vasca da bagno di un appartamento di Parigi. Ma allora cosa possono avere in comune Campigli e il cantante dei Doors? Più di quello che ci si poteva aspettare. Entrambi gli artisti hanno una passione per l’Antico e per il primitivo. Campigli cerca l’antico nei ritratti del Fayum e nei sarcofagi etruschi, Jim Morrison lo scopre nei riti sciamanici degli indiani d’America, carichi di infinite atmosfere arcane, e nelle poesie visionarie di Blake, evocatrici di un’innocenza perduta. Per entrambi l’Antico è un luogo senza tempo fatto di simboli e immagini che diventano vive nel presente solo attraverso l’arte, la pittura in Campigli, la poesia e la musica per il maledettissimo Jim Morrison.

scritto da Matteo Martignoni