Gli arcani della scultura: l’Eremita

Giacomo Manzù, San Giorgio, scultura in bronzo, h. 120 cm

Per ultima viene la carta dell’Eremita che nei tarocchi rappresenza la saggezza, l’isolamento, l’esperienza, il tempo, e ci racconta dello scultore come cercatore di verità.

Giacomo Manzù e Marino Marini offrono un’interpretazione della scultura figurativa classica in una chiave stilistica del tutto personale, dimostrando come essa fosse ben lontana dall’obsolescenza e dalla chiusura alla storia, bensì perfettamente in grado di esprimere il dramma e un recuperato senso dell’uomo dopo le dissoluzioni del conflitto mondiale. In questa ricerca di una nuova verità, dopo che erano venute meno millenarie certezze in ambito sociale e religioso, entrambi elaborano immagini emblematiche.

Manzù rappresenta San Giorgio – il santo-guerriero che, nell’iconografia tradizionale, annienta il drago, ancestrale simbolo di paure – nell’atto di deporre le armi al cospetto dell’Avversario finale, contro il quale non è dato riportare vittorie; trapela una sensazione di disfatta, a suggerire che in tutti i combattimenti, in tutte le sue ricerche l’uomo è in ogni caso destinato a perdersi in una dimensione di annichilimento.

La fiducia di Marino Marini nei confronti della possibilità dell’uomo di controllare il mondo, suscitata dalla conclusione della guerra nel 1945, viene meno rapidamente. “Le mie statue di cavalieri” afferma lo scultore “sono simboli della preoccupazione che mi prende nell’osservare la mia epoca. I miei cavalli un po’ alla volta diventano sempre più inquieti e i cavalieri sempre più incapaci di dominarli. La catastrofe, alla quale soccombono uomo e animale eguaglia quella che ha distrutto Pompei e Sodoma”. Questo senso di dramma estremo porterà alle immagini del cavallo che cade trascinando con sé il cavaliere, in un crescendo di pessimismo che si farà definitivo, nella consapevolezza che la conoscenza non può aiutare l’uomo a salvarsi.

Quando Manzù, dopo anni tormentati, trova nella famiglia il senso della verità e della pacificazione, Marino racconta con freddezza sempre più scientifica e tragica il destino intravisto.

scritto Stefano Roffi, Curatore della mostra

Gli Arcani della scultura,l’Arte di Manzù/Marino raccontata in 22 figure
I destini di Manzù e Marino si intrecciano, si rincorrono, a volte viaggiano paralleli, altre volte si toccano e proseguono dritti per la loro strada. Lo studio creativo Kreativehouse utilizza l’antico simbolismo dei Tarocchi per rileggere, assieme allo staff della Fondazione, la storia della Scultura e le straordinarie vite di Giacomo Manzù e Marino Marini. Nasce così il progetto di storytelling gli Arcani della scultura, un percorso di 22 carte, 22 immagini, 22 storie mai raccontate prima. Gli Arcani della scultura è realizzato in occasione della mostra Manzù/Marino. Gli ultimi moderni alla Fondazione Magnani Rocca.