ITALIA POP, musica per gli occhi. La mostra vista dai DJ beat

Beat è un suono che si porta dentro una matrice ritmica e una anti-conformista. Un suono che evoca fenomeni molto americani: la pulsazione incontrollata del jazz e la letteratura controcorrente della generazione di Jack Kerouac e Allen Ginsberg.
Ma cosa è rimasto del periodo beat? Perché la mostra ITALIA POP è così ricca di musica e visioni? Che suono ha il NO di Mario Schifano?

Lo raccontano Sara “Bonnie-Bang!” e Giordano Bovi (Interstellar Mushroom Coalition), i dj beat che hanno contaminato con la loro musica l’evento beat della Villa dei Capolavori.

Che cos’ è il Beat?
SARA BONNIE BANG:  “Vivere in un mondo che non c’è, chiudere i tuoi occhi e poi andar, vivere soltanto per giocar, e colorare un mondo nero che è vecchio, è troppo vecchio ormai per te…”. (cit. La ragazza 77 – Il beat cos’è)
GIORDANO BOVI: Una definizione che, come tutte le definizioni di un genere artistico, lascia il tempo che trova.

La cantante e batterista delle Bombonyrics, Sara BonnieBang, davanti all’opera di Roberto Barni, Fiat 500, 1964

Cosa rimane oggi della cultura beat?
SARA BONNIE BANG: La cultura beat è spensieratezza, quella leggerezza di cui parlava anche Italo Calvino nelle Lezioni Americane. In pochi ci credono e se lo ricordano ancora.
GIORDANO BOVI: Purtroppo mi sembra sia rimasta solo estetica senza i contenuti di ribellione. Restano i bei vestiti, lo sdoganamento del sesso (svuotato dalla libertà e dal potenziale che portava con sé), le belle opere d’arte, la nostalgia dei vent’anni. Il resto è la mercificazione di una generazione che ci ha creduto e che, mi piace pensare, avrebbe potuto farcela. Non resta niente del movimento -interiore- che per quasi un decennio ha scatenato la stessa voglia di libertà in tutto il mondo.

Giordano Bovi durante il dj set beat alla Villa dei Capolavori – foto di Mario Durante

Scegli una canzone per raccontare il beat italiano
SARA BONNIE BANG: Era un beatnik de Le Teste dure
GIORDANO BOVI: Proposta de I Giganti

Scegli un’opera della mostra e abbinale una canzone degli anni 60
SARA BONNIE BANG: L’opera è il “NO” di Mario Schifano. La canzone è No no no no dei The Sorrows.
GIORDANO BOVI: L’opera è “Da Botticelli” di Giosetta Fioroni. La immagino con “Interstellar overdrive” dei Pink Floyd.

Visitatori “beat” alla mostra ITALIA POP

Visita guidata alla mostra ITALIA POP

Perché ITALIA POP va vista? quanto c’è di beat in questa mostra?
GIORDANO BOVI: In mostra c’è tutto un periodo (e un gruppo di artisti) che ha scardinato molte certezze e lo ha fatto in modo comprensibile per molte persone: pop inteso come popolare, della gente.
SARA BONNIE BANG: Non c’è niente di più beat del contrasto tra opere classiche e moderne accostate nell’allestimento… Come il quadro del reggipetto a due passi da Canova e dal Goya, a prima vista sembra anche lui antico, ma poi a ben guardare è un soggetto ultrapop!

Ci consigli una playlist di 3 brani poco conosciuti che meritano di essere scoperti?
SARA BONNIE BANG: Noi 3 – Distruggimi, Sonia e le sorelle – Lo faccio per amore, I Latins – Habibi twist.
GIORDANO BOVI: Le Stelle di Mario Schifano “Susan Song”,  Mister Anima “ Non Voglio Pietà”, Franco Godi- Herbert Pagani “Metti un tigre nel doppio brodo”

Qual è l’opera più beat che hai visto nella collezione permanente?
SARA BONNIE BANG: La cosa più beat che c’è sono gli struzzi fuxia, i più ribelli di tutte le sale.
GIORDANO BOVI: Morandi (Giorgio che è molto più beat di Gianni!)

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Schifano o Rotella?
SARA BONNIE BANG: Daje, Mimmo!
GIORDANO BOVI: come dj farei un mix… Rotella che “decollagia” Schifano. Si può?


Sara “BonnieBang” ha scoperto i ’60s attraverso la cultura mod. Appassionata taste-selecter di dischi nei più importanti party mod, raduni e Festival di settore d’Italia (Festival Beat, Psych-Out, Taun). Si è laureata in Storia dell’Arte all’Università degli studi di Torino con una tesi sull’estetica della fotografia. Sara è cantante e batterista del gruppo garage The Bombonyrics.

Giordano Bovi (progetto Interstellar Mushroom Coalition) scopre il suo primo vinile a otto anni: “Alive she cried”, un live dei Doors che si apre con Gloria dei Them e da lì è sempre stata sintonia con il periodo beat e la musica in generale. Le prime selezioni da “dj” alle feste delle medie, su cassetta, poi la trasformazione in “coalizione interstellare”. Giordano, grande appassionato di musica e cultura beat, ha curato la playlist che accompagna i visitatori attraverso le sale della mostra ITALIA POP.