Pochi artisti sono stati così influenti nel mondo dell’Arte come Lucio Fontana. Con un solo, iconico gesto, l’artista ha rivoluzionato l’arte contemporanea ma il suo genio va molto al di là delle tele tagliate e bucate.
Lucio Fontana artista italo-argentino è stato un grande innovatore dei linguaggi artistici. La carriera di Lucio Fontana inizia come scultore, allievo di Adolfo Wildt all’Accademia di Brera, prima di passare alla pittura e infine alle sue sperimentazioni spaziali.
Dalle quotazioni stellari all’amicizia con Yves Klein, ecco alcuni fatti che svelano curiosità sulla vita di un artista che ha segnato con un taglio la storia dell’arte.
1. Fontana ha combattuto nella Prima Guerra mondiale
Nato a Rosario de Santa Fe, in Argentina nel 1899 da genitori italiani, Lucio Fontana si trasferì in Italia nel 1905 per proseguire gli studi. Come molti futuristi italiani (di cui ammirava l’opera e lo spirito d’iniziativa), era convinto interventista. Per questo entrò come volontario nell’esercito italiano durante la Prima Guerra mondiale con il grado di “sottotenente di fanteria”. In seguito ad una ferita ad un braccio fu congedato con una medaglia d’argento.
2. Lucio Fontana non ha mai usato la tela fino ai 40 anni
Fontana torna in Argentina nel 1921 e lavora nella bottega del padre, specializzata nella realizzazione di sculture per cimiteri. Nel 1925 ottiene successo di critica per le sue sculture con forme umane astratte e materiali insoliti, come L’uomo nero, un’opera ricoperta di catrame oggi andata perduta. Le sue prime opere su tela arriveranno solo alla fine degli anni ‘40 con la serie dei Concetti spaziali.
3. Fontana ha firmato un manifesto rivoluzionario
Nel 1946, sotto la direzione di Fontana, gli artisti e gli studenti della Scuola d’Arte di Altamira pubblicano il “Manifiesto Blanco” che getta le basi dell’arte spazialista.
Tra i vari concetti c’è l’idea che la nuova Arte deve sfruttare le tecnologie del suo tempo e fondere architettura, scultura e pittura. Le idee avanzate nel manifesto si concretizzeranno nel lavoro maturo di Fontana.
4. Lucio Fontana ha continuato ad insegnare per quasi tutta la sua vita
Per tutta la sua vita Fontana insegna in scuole d’arte tradizionali in Argentina, tra cui Escuela Nacional de Bellas Artes “Manuel Belgrano” a Buenos Aires. Nel 1946 co-fonda la Scuola d’Arte sperimentale Altamira a Buenos Aires. Come professore di scultura promuove l’idea che, alla luce delle recenti scoperte scientifiche, sia necessaria una nuova arte per riflettere il mondo moderno. Ha incoraggiato i suoi studenti ad abbracciare nuovi approcci, esortandoli ad abbandonare la pittura per fare arte innovativa, ad esempio utilizzando la luce proiettata.
5. Il suo lavoro è desiderato dai collezionisti di tutto il mondo ed esposto in oltre 100 musei
Le opere di Fontana si trovano nelle collezioni permanenti di oltre 100 musei, tra cui la Tate Modern di Londra, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Museum of Modern Art di New York e lo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Le opere di Fontana inoltre sono oggi tra le più desiderate dai collezionisti di tutto il mondo e raggiungono prezzi “stellari” alle aste. Nel 2015 un Concetto spaziale della serie La fine di dio è stato venduto per 29 milioni di dollari.
6. Fontana era affascinato dallo spazio
Lucio Fontana era ossessionato dal concetto di spazio e di viaggio nello spazio. Nel 1947, poco dopo la pubblicazione delle prime foto della Terra scattate da un razzo, pubblica insieme ad altri artisti il Primo Manifesto Italiano dello spazialismo.
Nel 1949 comincia a bucare e a tagliare la carta e la tela, una “scoperta” che diventerà ricerca per tutta la sua vita e che continuerà anche con gli Ambienti spaziali (installazioni che includono anche luci al neon e vernice fosforescente) e La fine di Dio, una serie di tele forate che hanno la forma ovale perché rappresentano l’infinito che è “inconcepibile caos, fine della figurazione, nulla“.
7. Era amico di Yves Klein
Nel 1957, la Galleria Apollinaire di Milano ospita una mostra dei Monocromi blu di Yves Klein, una serie di dipinti blu quasi identici. Dopo aver acquistato un’opera, Fontana e Klein diventano amici, incontrandosi a Milano e Parigi. Anche se di generazioni diverse, nell’opera di entrambi gli artisti ci sono riferimenti comuni. Inoltre condividevano il desiderio di andare “oltre” l’opera, espandendo il concetto di dipinto al di là della cornice o superficie, ridefinendo l’idea stessa di opera d’arte.