Un giovane scrittore si perde in un mercatino delle pulci di Parigi e incontra alcuni oggetti all’apparenza insignificanti, come un guanto o una scarpa, che però risvegliano in lui sentimenti inaspettati che diventano presagi, indizi che lo perseguitano. È così che si apre L’Amour Fou (1937) il romanzo più famoso di André Breton, l’inventore del Surrealismo.

I Surrealisti hanno una vera ossessione per gli oggetti e in particolare per questi “object trouvé” oggetti di uso quotidiano che vengono elevati a opere d’arte per la loro capacità di evocare il mistero e l’inconscio, un concetto chiave per il movimento. 

L’objet trouvé surrealista deriva dal ready-made dadaista. Un esempio famosissimo è lo scolabottiglie di Marcel Duchamp.

Ma mentre il ready-made è un oggetto di uso quotidiano che viene spogliato della sua funzione originale e presentato come opera d’arte grazie a un titolo particolare, l’oggetto surrealista ha una funzione e un significato simbolico completamente nuovo, è un oggetto magico. Sono opere che hanno contribuito a espandere il campo d’azione del Surrealismo, mostrando come l’arte possa manifestarsi anche negli oggetti più umili.

L’importanza degli objet trouvé infatti risiede nella loro capacità di scardinare le convenzioni estetiche e di aprire nuove prospettive sul mondo.