Storia del Bacio Perugina, il bacio più celebre della Pubblicità

Non vi è immagine più onirica e trasognata, più intensamente estatica, che conduca l’amore verso il peccaminoso, di quella ideata per il manifesto dei Baci Perugina. Un capolavoro di dolcezza e al contempo di erotismo, anche nella forma proibita del cioccolatino.

Il Bacio Perugina doveva chiamarsi “Cazzotto” perché in origine aveva una forma che ricordava le nocche di una mano chiusa in un pugno.
Fu Luisa Spagnoli a inventare, nel 1922, quello che è diventato poi uno dei prodotti di punta dell’azienda assieme alle caramelle Rossana. La Spagnoli stava cercando un modo per recuperare gli scarti di lavorazione degli altri prodotti e creò questo cioccolatino con all’interno cioccolato gianduia, granella di nocciole e una nocciola intera, il tutto ricoperto di cioccolato fondente Luisa.

“Come avrebbe potuto un cliente entrare in un negozio e chiedere, magari ad una graziosa venditrice, “Per favore, un cazzotto?”

E’ l’intuizione di Giovanni Buitoni, giovane amministratore della Perugina (e amante della Spagnoli) che cambia il nome del dolcetto in un più romantico “Bacio”. Persino la sua forma viene modificata a ricordare, secondo alcuni, un piccolo seno. Ma la vera svolta nella storia dei “Baci” arriva grazie a Federico Seneca, pittore, grafico, pubblicitario e direttore artistico della Perugina negli anni Venti. Seneca inventa la coppia di amanti su sfondo blu, ispirandosi al celebre Bacio di Hayez.

Hayez – Il bacio 1859. Pinacoteca di Brera, Milano

Ne ridipinge lo sfondo annullando ogni ambientazione spaziale e modifica gli abiti dei protagonisti aggiornandoli e rendendoli più moderni. In un cielo vespertino, placido, in cui domina un silenzio profondo si stagliano le immagini-silhouette dei due innamorati stretti in un abbraccio eterno.

A dispetto dell’opera più nota, Seneca sceglie di modificare la posizione assunta dalla figura femminile inducendo un senso di maggiore intimità e complicità nella coppia cristallizzandola in un bacio imperituro.

Dove nasce l’idea dei bigliettini d’amore?

Secondo la leggenda i primi cartigli all’interno dell’involucro argenteo (colore della luce lunare) furono inseriti a partire dagli anni ‘30 da Federico Seneca, ispiratosi ai piccoli messaggi che Luisa Spagnoli mandava segretamente a Giovanni Buitoni, nascosti in mezzo ai cioccolatini.

Luisa Spagnoli fondò in società con Francesco Andreani, Leone Ascoli e Francesco Buitoni (figlio di Giovanni Battista Buitoni, che faceva la pasta): la Perugina. Il primo prodotto di cioccolateria della Perugina fu la tavoletta “Luisa”, che prende proprio da lei.

Più realisticamente l’idea fu importata dall’America in Italia proprio da Buitoni. All’inizio però non si trattava di frasi romantiche, sembra infatti che il primo messaggio stampato fosse “meglio un bacio oggi che una gallina domani” firmata Seneca, come il filosofo latino, in modo da generare confusione. E così fu, visto che molti consumatori scrissero lettere di protesta per aver attribuito tale massima al sommo filosofo. Altre frasi furono ugualmente provocatorie – se puoi bacia la padrona e non la serva – oppure – un bacio senza barba è una zuppa senza sale -”

Il bacio di Seneca è una delle 200 splendide opere della mostra Pubblicità! alla Villa dei Capolavori

Federico Seneca, Baci Cioccolato Perugina, 1928. Collezione Bellenda, Galleria L’Image, Alassio (SV)