Giovanni Battista Piranesi

e la veduta a Roma e a Venezia nella prima metà del Settecento
1991

La stagione espositiva della Fondazione Magnani Rocca prende avvio con una mostra di incisioni di Giovanni Battista Piranesi e suoi contemporanei: “Giovanni Battista Piranesi e la veduta a Roma e a Venezia nella prima metà del Settecento”, realizzata in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, diretto da Michele Cordaro.

Saranno esposti più di 100 fogli, appartenenti alle collezioni del Fondo Corsini dell’Istituto Nazionale per la Grafica conservate alla Farnesina. Attraverso queste stampe sarà possibile delineare la storia del vedutismo italiano che ebbe grande fortuna proprio grazie alla diffusione della pratica dell’incisione dai primi riferimenti alle antichità romane alla Roma “moderna” dei grandi edifici religiosi e laici voluti dalla politica papale di ammodernamento e abbellimento della città. Da Giovan Battista Falda, autore di un’ampia rassegna delle fontane e delle ville di Roma, a Giuseppe Vasi, ultimo grande interprete della veduta “oggettiva” prima che Piranesi la scardinasse con l’irruenza di una visione soggettiva e drammatica.

Le origini veneziane di Giovanni Battista Piranesi, nel senso della luce, della ricerca tonale e chiaroscurale, sono documentate in mostra dai confronti stilistici con Luca Carlevarijs e Marco Ricci. Ma fin dai primi anni di attività appare evidente in Piranesi una contrapposizione fra la originaria sensibilità veneta e un solido rigore compositivo e volumetrico, più “romano” e rispondente ai canoni della veduta classica. Verso la metà degli anni Cinquanta nuovi elementi cominciano incrinare la compattezza formale delle vedute: dilatazione spaziale, veduta ravvicinata e tagliata, gigantismo. Piranesi sta abbandonando la concezione vedutistica settecentesca e già preannuncia l’estetica romantica.

La mostra, che si protrarrà fino al 30 giugno, intende contribuire all’approfondimento del tema sull’incisione, tema al quale la collezione Magnani dedica ampio spazio con esemplari prestigiosi e fondamentali (Schongauer , Durer, Rembrandt, Morandi), e sottolineare l’affezione nutrita dal professor Magnani nei confronti di Piranesi e testimoniata dalla presenza nella collezione di un grande tavolo-console con decori e geroglifici egizi disegnati dal Maestro.

La mostra è corredata da un catalogo bilingue italiano-inglese (edizioni F.lli Palombi) con saggi di Michele Cordaro, Alida Moltedo, Mario Gori Sassoli.

Dove

Fondazione Magnani Rocca,
via Fondazione Magnani Rocca 4,
Mamiano di Traversetolo (Parma).

Mappa