Gli arcani della scultura: il Papa

Papa Giovanni XXIII in posa per il ritratto.
Papa Giovanni XXIII in posa per il ritratto.

Una lunga amicizia lega Giacomo Manzù e Papa Giovanni XXIII dal loro primo incontro alla Biennale del 1956, quando Roncalli era patriarca di Venezia, fino alla notte del 3 giugno 1963, quando sul letto di morte è Manzù a rilevare il calco del volto e della mano destra del pontefice appena spirato.

A partire da quando, nel 1958, Giacomo Manzù riceve l’incarico di realizzare il busto per il ritratto ufficiale di Papa Giovanni XXIII, la sua figura di scultore verrà automaticamente affiancata a quella del pontefice, personaggio icona del Novecento, godendo di conseguenza di grande visibilità e fama internazionale e inaugurando la moda dei ritratti delle celebrità.

La stampa nazionale e internazionale elabora e reitera, come vero topos letterario, il rapporto tra effigiato e artista, in una parentesi dalle connotazioni mitiche. Le diciotto sedute di posa sono sempre corredate da servizi fotografici per documentare e diffondere i caratteri di una relazione eccezionale, che è narrata, dal punto di vista dell’artista, anche nel romanzo An artist and the Pope, dello scrittore americano Curtis Bill Pepper. Lo scultore bergamasco elabora tre busti quando ancora il papa era in vita e una serie di varianti della testa, dopo la sua morte. Queste opere manifestano la volontà del pontefice di avere un ritratto in sintonia con la svolta in chiave moderna e anti dogmatica che aveva imposto alla Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. Manzù si concentra sulla dimensione umana, psicologica, del “papa buono”, realizza un’immagine in grado di dialogare con lo spettatore, certamente innovativa rispetto all’iconografia tradizionale delle effigi papali.

 

Gli Arcani della scultura,l’Arte di Manzù/Marino raccontata in 22 figure
I destini di Manzù e Marino si intrecciano, si rincorrono, a volte viaggiano paralleli, altre volte si toccano e proseguono dritti per la loro strada. Lo studio creativo Kreativehouse utilizza l’antico simbolismo dei Tarocchi per rileggere, assieme allo staff della Fondazione, la storia della Scultura e le straordinarie vite di Giacomo Manzù e Marino Marini. Nasce così il progetto di storytelling gli Arcani della scultura, un percorso di 22 carte, 22 immagini, 22 storie mai raccontate prima. Gli Arcani della scultura è realizzato in occasione della mostra Manzù/Marino. Gli ultimi moderni alla Fondazione Magnani Rocca.