Gli arcani della scultura: l’Appeso

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Giacomo Manzù, Morte per violenza, 1963. Ardea, Raccolta Manzù.

“Partigiano ti ho visto appeso immobile. Solo i capelli si muovevano leggermente sulla tua fronte. Era l’aria della sera che sottilmente strisciava nel silenzio e ti accarezzava, come avrei voluto fare io.” (Giacomo Manzù. Dedica del monumento al partigiano di Bergamo)

Già alcuni mesi prima dell’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale Giacomo Manzù, sensibile al dramma umano, incomincia una serie di opere sul tema della Deposizione e della Crocefissione, utilizzandole per dichiarare al mondo la sua avversione alla guerra.

Il corpo torturato di Cristo rappresenta il corpo di tanti cittadini innocenti, martiri dell’odio e dell’ignoranza umana, ed è in questo parallelismo che scompaiono i chiodi e la corona di spine e il dolore di Maria viene sostituito con boriosi generali nazisti, sinuose donne nude o alti prelati. Senza storia, senza tempo, Cristo diventa uomo; non è più profeta, non è ancora il Figlio di Dio, è semplicemente una vittima. Vittima, come i ragazzi partigiani che hanno perso la vita combattendo per i propri ideali e che hanno considerato la libertà della patria più importante della loro stessa esistenza.

Dal 1947 Manzù si dedica al tema della Morte del partigiano, in cui il cadavere del ragazzo ucciso e appeso per i piedi, compianto da una donna, è la dimostrazione dell’orrore e della brutalità che una guerra fratricida comporta. Opere come queste portano, ancora oggi, l’osservatore a riflettere sul dolore, sulla perdita, sull’odio degli uomini, sulla paura e il terrore portati dalla guerra, per non dimenticare.

 

Gli Arcani della scultura,l’Arte di Manzù/Marino raccontata in 22 figure
I destini di Manzù e Marino si intrecciano, si rincorrono, a volte viaggiano paralleli, altre volte si toccano e proseguono dritti per la loro strada. Lo studio creativo Kreativehouse utilizza l’antico simbolismo dei Tarocchi per rileggere, assieme allo staff della Fondazione, la storia della Scultura e le straordinarie vite di Giacomo Manzù e Marino Marini. Nasce così il progetto di storytelling gli Arcani della scultura, un percorso di 22 carte, 22 immagini, 22 storie mai raccontate prima. Gli Arcani della scultura è realizzato in occasione della mostra Manzù/Marino. Gli ultimi moderni alla Fondazione Magnani Rocca.