Gli arcani della scultura: la Forza

Marino Marini, Piccolo Giocoliere, 1956. Milano, Museo del Novecento.
Marino Marini, Piccolo Giocoliere, 1956. Milano, Museo del Novecento.

Possono esistere ancora gli eroi dopo gli orrori della seconda guerra mondiale? Dov’è il coraggio, dove sono gli ideali che li muovevano? Dove è finita la Forza dell’uomo?

Gli artisti del dopoguerra sono in cerca di una nuova identità, di nuovi valori in cui credere. Giacomo Manzù e Marino Marini non cercano rifugio in una dimensione metafisica, lontana e astratta. Consci del dramma che stanno vivendo i loro connazionali, vogliono esprimere la sconfitta umana in modo realistico e con effetti chiari e visibili a tutti e per questo disarmanti. Entrambi gli artisti si allontanano dai canoni estetici dell’antichità e del Rinascimento. Non ci sono più i forti e possenti eroi di Michelangelo, Bernini o Donatello, l’attenzione si focalizza sulla nuova, drammatica condizione esistenzialista di eroi contemporanei, sopravvissuti alla guerra e alla distruzione per indagare nella loro umanità più profonda ed intima, attingendo sì da forme classiche, ma reinterpretate secondo una percezione nettamente più distaccata. Si lavora la materia e si gioca con gli effetti di luce per ottenere risultati plastici ben precisi, per dare spazio a temi popolari, personaggi carichi della loro fragilità e tragicità umana, appesantiti dalla loro stessa esistenza.

Manzù pone sul suo piedistallo un’umanità dolente, personaggi sofferenti e impauriti, soli nella loro fragilità emotiva di uomini semplici. Marino con i suoi Cavalli con cavaliere non celebra le imprese di conquista, ma testimonia il dramma esistenziale di un mondo che si sta dissolvendo con i suoi antichi ideali. I Cavalieri rinnegano l’antico codice cavalleresco cavalleresco e tendono al cielo braccia di resa: sul volto agonizzante la disperazione percepita davanti alla morte, non più ricercata come porta per la gloria eterna, ma come epilogo di un’esistenza dolorosamente umana.

 

Gli Arcani della scultura,l’Arte di Manzù/Marino raccontata in 22 figure
I destini di Manzù e Marino si intrecciano, si rincorrono, a volte viaggiano paralleli, altre volte si toccano e proseguono dritti per la loro strada. Lo studio creativo Kreativehouse utilizza l’antico simbolismo dei Tarocchi per rileggere, assieme allo staff della Fondazione, la storia della Scultura e le straordinarie vite di Giacomo Manzù e Marino Marini. Nasce così il progetto di storytelling gli Arcani della scultura, un percorso di 22 carte, 22 immagini, 22 storie mai raccontate prima. Gli Arcani della scultura è realizzato in occasione della mostra Manzù/Marino. Gli ultimi moderni alla Fondazione Magnani Rocca.