Possono esistere ancora gli eroi dopo gli orrori della seconda guerra mondiale? Dov’è il coraggio, dove sono gli ideali che li muovevano? Dove è finita la Forza dell’uomo?
Gli artisti del dopoguerra sono in cerca di una nuova identità, di nuovi valori in cui credere. Giacomo Manzù e Marino Marini non cercano rifugio in una dimensione metafisica, lontana e astratta. Consci del dramma che stanno vivendo i loro connazionali, vogliono esprimere la sconfitta umana in modo realistico e con effetti chiari e visibili a tutti e per questo disarmanti. Entrambi gli artisti si allontanano dai canoni estetici dell’antichità e del Rinascimento. Non ci sono più i forti e possenti eroi di Michelangelo, Bernini o Donatello, l’attenzione si focalizza sulla nuova, drammatica condizione esistenzialista di eroi contemporanei, sopravvissuti alla guerra e alla distruzione per indagare nella loro umanità più profonda ed intima, attingendo sì da forme classiche, ma reinterpretate secondo una percezione nettamente più distaccata. Si lavora la materia e si gioca con gli effetti di luce per ottenere risultati plastici ben precisi, per dare spazio a temi popolari, personaggi carichi della loro fragilità e tragicità umana, appesantiti dalla loro stessa esistenza.
Manzù pone sul suo piedistallo un’umanità dolente, personaggi sofferenti e impauriti, soli nella loro fragilità emotiva di uomini semplici. Marino con i suoi Cavalli con cavaliere non celebra le imprese di conquista, ma testimonia il dramma esistenziale di un mondo che si sta dissolvendo con i suoi antichi ideali. I Cavalieri rinnegano l’antico codice cavalleresco cavalleresco e tendono al cielo braccia di resa: sul volto agonizzante la disperazione percepita davanti alla morte, non più ricercata come porta per la gloria eterna, ma come epilogo di un’esistenza dolorosamente umana.
[white_box]Gli Arcani della scultura,l’Arte di Manzù/Marino raccontata in 22 figure
I destini di Manzù e Marino si intrecciano, si rincorrono, a volte viaggiano paralleli, altre volte si toccano e proseguono dritti per la loro strada. Lo studio creativo Kreativehouse utilizza l’antico simbolismo dei Tarocchi per rileggere, assieme allo staff della Fondazione, la storia della Scultura e le straordinarie vite di Giacomo Manzù e Marino Marini. Nasce così il progetto di storytelling gli Arcani della scultura, un percorso di 22 carte, 22 immagini, 22 storie mai raccontate prima. Gli Arcani della scultura è realizzato in occasione della mostra Manzù/Marino. Gli ultimi moderni alla Fondazione Magnani Rocca.[/white_box]