Storie di fiori, libri e bellezza: il mondo liberty di una scrittrice dimenticata
Marie Blanche de Larderel Viviani della Robbia: fiori, scrittura e rinascita
Nel cuore della Firenze tra Otto e Novecento, spicca la figura affascinante di Maria Bianca (Marie Blanche) de Larderel Viviani della Robbia: nobildonna colta, scrittrice appassionata, antesignana di un nuovo rapporto tra letteratura, arte floreale e società.
Sotto pseudonimi come Bianca Maria, Mary White o Irma d’Acambia, Maria Bianca seppe intrecciare parola e natura, nel segno di un’estetica liberty che ancora oggi incanta per modernità e delicatezza.
Dopo un precoce esordio narrativo — il romanzo Nuvole e sereno (1900) — e un breve matrimonio, la sua produzione si fece sempre più originale, con racconti e fiabe dedicate ai fiori, pubblicate tra il 1919 e il 1923: Fiori primaverili, Fiori estivi, Fiori d’autunno e d’inverno.

Opere concepite non solo per celebrare la bellezza naturale, ma per educare: “rigenerare il mondo” e risvegliare nei giovani lettori un senso di meraviglia, dopo gli orrori della guerra.
Quelle pagine, illustrate da Maria De Matteis con tavole dal gusto liberty e vibranti di colore, seguivano il ritmo delle stagioni, secondo l’antica sapienza dei “lunari”, in un dialogo sottile tra botanica, arte e sentimento.
Parallelamente, Maria Bianca collaborava con la rivista Il Marzocco, firmando articoli memorabili: in Fiori e profumi d’oltr’alpe (1916), ad esempio, propose la creazione di un’industria italiana del profumo — non solo come gesto estetico, ma come risposta vitale alla distruzione bellica.

Non minore fu il suo contributo al mondo del design: nel 1927, nientemeno che Gio Ponti la volle come consulente per “Domus”, per una rubrica dedicata ai fiori e ai giardini.
Un gusto che traspariva anche nelle sue scelte quotidiane: nella biblioteca di casa amava rivestire i libri con carte floreali, creando un giardino pensile di carta che ancora oggi si può ammirare in alcuni esemplari restaurati dopo l’alluvione del 1966.
Figura poliedrica e in anticipo sui tempi, Maria Bianca Viviani della Robbia ha lasciato un insegnamento che risuona ancora: coltivare la bellezza — nei libri, nei fiori, nelle giovani menti — come gesto di rinascita e di speranza.
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