dal 11 settembre al 27 novembre 1994 — Il Museo della Fondazione Magnani Rocca, accanto alle proprie collezioni permanenti, ospita la mostra “Le Collezioni d’Arte della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Monte di Credito su Pegno di Busseto e curata da Giovanni Godi e Corrado Mingardi.

La formazione del patrimonio artistico delle Casse di Risparmio di Parma, Piacenza, Vigevano data, per la maggior parte, agli anni Cinquanta; le collezioni si sono in seguito ampliate grazie alle continue, cospicue donazioni e acquisizioni di maioliche, argenti, mobili, dipinti, e arricchite di preziose raccolte di disegni e incisioni, mappe e carte geografiche, nonché di una importante collezione di cartamoneta. La mostra realizzata in questa occasione, che prelude all’apertura della sede definitiva della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma in Palazzo Bossi-Bocchi, è frutto di una rigorosa selezione operata dai curatori e prevede l’esposizione di circa 200 pezzi suddivisi in vari nuclei, diversi per genere ed epoca, in parte riconducibili alla storia e alle vicende dell’arredo e del collezionismo parmigiano e piacentino.

Nutrito il gruppo delle maioliche: 50 pezzi di area parmigiana, romagnolo-riminese e faentina dal Tre al settecento, a alcune terrecotte robbiane di altissima qualità. Di documentata provenienza e di squisita fattura gli argenti del Monte Pietà di Busseto, dai candelabri seicenteschi dell’orafo piacentino di origine genovese Siro Ratti, al reliquario del famoso argentiere di Augusta Gottffried Menzel, agli oggetti-scultura di Renato Brozzi.

Eccezionali anche gli avori, tra i quali la grande scatola finemente scolpita della “Bottega a figure inchiodate” del terzo quarto del XV° secolo. Il nucleo più consistente è costituito dagli 86 dipinti dal XIV° al XX° secolo, molti dei quali datati e firmati da artisti di grande rango. Importante è il nucleo di pittori parmigiani dell’Ottocento: da Carmignani a Cecrope Barilli, fino a de Strobel e Amedeo Bocchi, oltre al lombardo Angelo Inganni.