Le Sculture da Viaggio nascono come una provocazione giocosa, una reazione alle sculture tradizionali, troppo preziose nei materiali per entrare davvero nell’uso comune, nella vita delle persone.

Munari si immagina un comune commesso viaggiatore, costretto per lavoro a dormire ogni notte in un albergo diverso. Ecco allora che basta una Scultura da Viaggio in valigia e anche il comodino della triste stanza di un alberghetto di passaggio diventa un angolo di bellezza.

Sono una delle serie più iconiche di Munari, ne esistono di varie dimensioni, forme e materiali. Le prime Sculture da Viaggio compaiono alla fine degli anni ‘50 e sono fogli di cartoncino ritagliato e piegato a formare strutture belle e misteriose. Sono maschere, sono grattacieli, sono navicelle spaziali. Hanno come antenati gli origami della cultura giapponese.

La loro genialità sta tutta nella semplicità del progetto che utilizza un modulo quadrato e dei tagli, giocando sui pieni e sui vuoti. Se poi introduco una fonte luminosa, come un abat-jours, al significato dell’opera si aggiunge anche il gioco di un’ombra proiettata.

Nella mostra “Bruno Munari. Tutto” alla Fondazione Magnani-Rocca sono esposte diverse Sculture da viaggio di varie dimensioni, materiali, forme e colori. Dalle prime delicatissime realizzate in carta e cartoncino, alle più recenti riprodotte anche in metallo e altri materiali dipinti.