Per i Surrealisti, l’occhio è un simbolo evocativo fortissimo.
André Breton nel saggio “Le Surréalisme et la peinture” dice che l’occhio può esistere solo allo stato selvaggio, in uno stato non condizionato dalla razionalità.
E così è nel quadro di Stanislao Lepri “L’oeil dans le jardin” del 1968, un capolavoro del Surrealismo italiano.
In Lepri, come in Dalì e Magritte, l’occhio diventa uno strumento per guardare oltre la superficie delle cose, per scoprire verità nascoste.
“L’oeil dans le jardin” ci invita a entrare in un dialogo con l’invisibile, con ciò che sfugge alla nostra comprensione immediata. Questo occhio, immerso nella natura, ci osserva, ma è anche il tramite attraverso il quale noi possiamo osservare ciò che si cela sotto l’apparenza quotidiana, rivelando un mondo onirico e misterioso, tipico del Surrealismo.
Stanislao Lepri è una figura enigmatica nel panorama del Surrealismo, e la sua opera “L’oeil dans le jardin” rappresenta perfettamente l’essenza di questo movimento. In questo dipinto, un occhio misterioso emerge da un giardino apparentemente pacifico, creando un contrasto tra la tranquillità della natura e la forza inquietante dello sguardo.
L’occhio di Lepri diventa un simbolo potente, un’entità sospesa tra il visibile e l’invisibile, capace di osservare e scrutare mondi nascosti.
Ascolta la voce della curatrice Alice Ensabella (clicca)
L’occhio è un medium che porta alla luce segreti interiori, una presenza che incombe, quasi fantasmagorica, che invita lo spettatore a riflettere sulla complessità della mente e della percezione. Il giardino, luogo tradizionalmente associato alla serenità e alla vita, si trasforma sotto lo sguardo di Lepri in uno spazio onirico, carico di significati nascosti, che si svelano solo a chi ha il coraggio di guardare oltre l’apparenza.