Munari aveva notato che tutta l’arte astratta, anche quella più radicale non era riuscita ad abbandonare del tutto l’adesione alla natura. Ad esempio un quadro di Kandinskij pur con le sue forme libere e colori apparentemente casuali ha ancora uno sfondo e degli oggetti in primo piano.

Ecco allora che quel genio di Munari intorno al 1951 inventa una serie di dipinti in cui non si sa più cosa è davanti e cosa dietro.

Sono composizioni geometriche eleganti, perfette, quasi ad incastro, in cui anche l’ultimo baluardo che c’era in certa arte astratta è completamente sparito. Anche Victor Vasarely, padre della Op Art, il movimento dell’arte optical e delle illusioni visive, aveva rivendicato la scoperta dei Positivi Negativi che realizzava più o meno negli stessi anni, ma alla fine aveva dovuto ammettere che era stato Bruno Munari il primo ad aver fatto questa scoperta nel mondo dell’Arte e della percezione.