Luigi Magnani e Peggy Guggenheim, due collezionisti dagli animi e dalle consuetudini opposti ma accomunati dalla passione per l’arte e da un generoso progetto: aprire le porte delle loro storiche dimore, rendendo le personali, uniche ed eccezionali collezioni un gioiello fruibile ed accessibile a tutti.
Il Novecento ha visto la nascita in Italia di due progetti di grande valore e rilevanza culturale: la Fondazione Magnani – Rocca a Parma e la Collezione Peggy Guggenheim a Venezia. I loro fondatori, Luigi Magnani e Peggy Guggenheim, sono stati fra i più importanti collezionisti d’arte del paese i quali, seppur con diversi caratteri e stili di vita, hanno mostrato un’assoluta passione per l’arte. A loro si deve gratitudine per aver raccolto e salvaguardato opere di inestimabile valore, oltre ad aver donato al pubblico due preziose collezioni, tra le più apprezzate in Italia.
Luigi Magnani, eclettico cultore delle arti
Luigi Magnani (1906-1984), è stato un grande saggista, musicologo, critico d’arte e professore. Proveniente da una ricca famiglia imprenditoriale parmense, Magnani, dalla personalità introversa, pacata e alquanto sensibile, ha dimostrato fin da piccolo grande ecletticità, coltivando e studiando la cultura in ogni sua manifestazione: dalla musica e il teatro fino alla letteratura, la filosofia e l’arte. Luigi Magnani arricchirà il suo bagaglio personale e culturale grazie alla formazione universitaria e all’assidua frequentazione di salotti letterari, incrociandosi con i più grandi intellettuali del tempo. Dato l’amore verso le arti e l’ambiente, nel 1955 Luigi Magnani, assieme a personalità come Hubert Howard ed Elena Croce, creerà Italia Nostra, un’associazione culturale per la preservazione, tutela e fruizione del ricco patrimonio artistico italiano.
La salvaguardia dei beni artistici non sarà la sola attività a cui Luigi Magnani si dedicherà; infatti, si occuperà dell’insegnamento, saggistica, composizione musicale e di un’appassionata ricerca dell’eleganza e della bellezza nel linguaggio dell’arte. L’attuale Villa dei Capolavori rappresenta pienamente la sua esplorazione e cultura artistica. Acquistata dalla sua famiglia nel 1940, la villa diventerà ben presto la dimora abituale di Magnani e sede di una grande attività di salvaguardia e collezionismo di arte di ogni tempo. Nel 1977, Luigi Magnani realizzerà il suo grande progetto: creare un’istituzione, la Fondazione Magnani – Rocca, e donare così al pubblico una raccolta di opere unica, dal valore inestimabile.
Peggy Guggenheim, anticonformista regina di Venezia
Peggy Guggenheim (1898-1979) è stata una grande collezionista e protettrice delle arti del ventesimo secolo. Nata a New York da una ricca famiglia ebrea di magnati e banchieri, Peggy Guggenheim è sempre stata una donna anticonformista e ribelle, attratta dagli ambienti artistici più stravaganti ed avanguardisti, in decisa opposizione alle etichette borghesi imposte dal contesto famigliare. La morte del padre ed un rapporto burrascoso con la madre, spingeranno la giovane Peggy Guggenheim a lasciare gli Stati Uniti e a trasferirsi in Europa, dove vivrà per la maggior parte della sua vita. Peggy era solita frequentare circoli culturali ed atelier, spesso circondandosi di artisti e stringendo con loro rapporti di lavoro, ammirazione e soprattutto amicizia come nel caso di Man Ray, Max Ernst, Marcel Duchamp, Wassily Kandinsky, Jean Arp e Jackson Pollock.
Così, in un settore prevalentemente maschile, l’indipendente e decisa Peggy Guggenheim si è fatta strada nel mondo del collezionismo e mecenatismo, aprendo due gallerie a Londra e a New York. A fine anni quaranta, Peggy si stabilirà a Venezia, città da lei amata alla follia, dove diventerà una vera icona di moda, modernità ed avanguardia. L’originalità ed apertura mentale di Peggy Guggenheim le permetteranno di scoprire ed apprezzare il linguaggio dell’arte surrealista, informale ed astratta, elevando artisti che, senza di lei, probabilmente sarebbero rimasti sconosciuti, soprattutto in un’Italia ancora radicata in canoni artistici prettamente classici. Come la Villa di Mamiano per Magnani, così il settecentesco Palazzo Venier dei Leoni diventerà per Peggy Guggenheim la dimora personale e sede della sua Collezione. Con l’intento di salvaguardare, mostrare e rendere fruibili le numerose opere contemporanee, la fondatrice aprirà le porte del suo palazzo al pubblico a partire dal 1949, donandola nel 1970 alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York.
Due poli opposti attratti dalla medesima materia: l’arte
Per l’unicità delle collezioni, la maestosità delle loro dimore storiche e una vita dedicata all’arte, Luigi Magnani e Peggy Guggenheim sono stati tra i più celebri collezionisti nel nostro paese, seppur rappresentando due poli opposti del mondo artistico. Difatti, sebbene entrambi avessero una simile propensione alla raccolta frenetica di opere, i due avevano una diversa visione dell’arte e dei canoni estetici, dettata principalmente dal loro animo e stile di vita.
Luigi Magnani, di un’ammirevole formazione classica e sensibilità storica, ha sempre prediletto opere classiche e moderne che possedessero determinate caratteristiche stilistiche, quali l’eleganza, la leggerezza e l’innovazione. Opere che avessero tratti classici ma con chiari cenni di rivoluzione e modernizzazione. Basti pensare alla Sacra Conversazione di un Tiziano giovane, ancora legato al maestro Giorgione ma dai colori e tratti rivoluzionari; al Cavaliere in rosa di Moroni, uomo rinascimentale ma con un volto incredibilmente contemporaneo oppure ai sacchi di juta dell’informale Burri, al contempo dotati di una connotazione pittorica tradizionale. Questo filo stilistico coerente e logico è presente in tutta la collezione, creata inizialmente per il proprio godimento e contemplazione. Le opere, per Luigi Magnani, non erano semplicemente degli oggetti ma esseri con una vera anima, con cui creava intensi ed intimi dialoghi silenziosi, sintomo della sua grande riservatezza e raffinatezza. Si parla dunque di un ammiratore romantico, che ha scelto accuratamente ogni opera collezionata grazie anche ai preziosi consigli dei più celebri studiosi del suo tempo, in primis Cesare Brandi.
Dal carattere ben più impulsivo e passionale, Peggy Guggenheim preferiva invece un’arte diretta, gestuale ed estemporanea, come l’arte avanguardista, informale o astratta. In panni di mercante, gallerista e collezionista, Peggy ha riconosciuto numerosi talenti, proteggendoli, stimolandoli e promuovendo le loro opere. Come Cesare Brandi per Magnani, Peggy si è spesso affidata all’amico leale Marcel Duchamp, il quale l’ha avvicinata e introdotta agli ambienti artistici dell’epoca. Il gusto e interesse di Peggy verso la contemporaneità hanno sconvolto il sistema dell’arte del vecchio continente, portando aria fresca in numerosi musei e gallerie.
Si può affermare che questi due grandi collezionisti siano stati innovatori di un mecenatismo fuori da ogni schema. Distaccandosi dalle principali attività delle proprie famiglie, Luigi Magnani e Peggy Guggenheim si sono fatti strada nel mondo del collezionismo, mostrando un’enorme e ammirevole dedizione per l’arte, la sua salvaguardia e promozione. Entrambi provenienti da famiglie agiate e privilegiate, hanno messo a disposizione il loro genio, talento e volontà per la piena e pubblica fruizione delle loro collezioni, permettendo l’accessibilità a chiunque potesse apprezzarne la grandiosità e la bellezza.
Autore:Lucrezia Cerulli
Studentessa di Innovation and Organization of Culture and the Arts presso l’Università di Bologna.
Sono una viaggiatrice curiosa, amante delle arti, con una passione intramontabile per gli animali e in particolare, l’equitazione.