Alice Ensabella, curatrice della mostra insieme ad Alessandro Nigro e Stefano Roffi, condivide le sue riflessioni sul successo dell’esposizione e sull’influenza duratura del Surrealismo, un movimento che continua a toccare le nostre corde più profonde.
La Fondazione Magnani-Rocca ha recentemente consolidato la sua posizione di rilievo nel panorama culturale internazionale grazie al successo della mostra “Il Surrealismo e l’Italia”. Dopo l’acclamata esposizione su Bruno Munari, la Fondazione continua a registrare un’affluenza record, rafforzando il suo ruolo come punto di riferimento culturale sia in Italia che all’estero.
La mostra, aperta fino al 15 dicembre 2024, offre un’opportunità imperdibile per immergersi in un’esperienza culturale unica. Presenta opere iconiche di artisti internazionali come Salvador Dalì, René Magritte, Max Ernst, Joan Miró, Marcel Duchamp, Man Ray, Yves Tanguy, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Enrico Baj, Fabrizio Clerici e Leonor Fini. Questa selezione artistica di alto livello attira sia appassionati d’arte che neofiti, offrendo a tutti un’esperienza emozionante. La mostra esplora le influenze reciproche tra il movimento surrealista e gli artisti italiani, offrendo una prospettiva inedita su questo periodo cruciale della storia dell’arte.
l Surrealismo continua a risuonare profondamente nel pubblico contemporaneo. Perché?
Nonostante i temi e i soggetti rappresentati possano sembrare incomprensibili, il surrealismo tocca corde sensibili in ognuno di noi. Come in un sogno, ci troviamo in luoghi sconosciuti ma stranamente familiari.
Quale opera in mostra continua a sorprenderti e perché?
La natura morta metafisica di de Chirico, “Il pomeriggio soave” (1916), proveniente dalla Collezione del Guggenheim, possiede una potenza perturbante che sorprende sempre. Capisco l’effetto epifanico che queste opere hanno avuto su Breton.
Un autore da riscoprire?
Stanislao Lepri è uno degli artisti italiani più affascinanti in mostra. Il suo universo pittorico è crudo ed estremamente complesso. Ogni volta che osservo uno dei suoi dipinti, scopro nuovi dettagli che mi erano sfuggiti.
Nel tuo saggio in catalogo, edito da Dario Cimorelli, esplori il rapporto tra de Chirico, Savinio e il surrealismo francese. Come pensi che la loro opera abbia influenzato il surrealismo italiano e viceversa?
L’opera di de Chirico e Savinio è fondamentale per il filone fantastico del Surrealismo italiano (Leonor Fini, Fabrizio Clerici, Stanislao Lepri…), che però non si riconosce pienamente nell’etichetta surrealista. La metafisica di de Chirico, così come i suoi periodi romantico e barocco, detestati dai surrealisti, sono invece cruciali per questi artisti.
Perché è stato difficile per il Surrealismo trovare una propria dimensione nel contesto culturale italiano?
Negli anni venti e trenta certamente il regime fascista ha creato una barriera non indifferente alla circolazione e alla diffusione delle idee alla base del surrealismo (i cui membri erano peraltro molto vicini al Partito Comunista francese, quindi anche su posizioni politiche decisamente distanti dal regime). Tuttavia, le ricerche recenti hanno mostrato come il surrealismo sia comunque riuscito a circolare in Italia prima del ’45 grazie agli sforzi di alcuni critici e questo sicuramente ne ha favorito una migliore comprensione e diffusione nel dopoguerra.
Quali sono le peculiarità che hanno distinto il Surrealismo italiano?
Il filone fantastico affonda le sue radici nella cultura italiana, dalla lezione dei grandi maestri rinascimentali fino a de Chirico. Il filone più legato alla neo-avanguardia ha invece legami noti con il gruppo internazionale, mantenendo però la sua autonomia attraverso movimenti indipendenti come l’arte nucleare.
Oggi, l’intelligenza artificiale può essere vista come uno strumento capace di farci scoprire nuove dimensioni della creatività?
Credo che i surrealisti sarebbero stati affascinati dall’IA, soprattutto per il suo funzionamento automatico e in divenire, e per le conseguenze che l’interazione con essa può suscitare nel nostro pensiero. Con un pizzico di ironia dadaista, potrebbe essere interessante esplorare questa strada.
Alice Ensabella is a Associate Professor in contemporary art history at the University of Grenoble Alpes and a permanent member of the Laboratoire de Recherche Historique Rhône Alpes (LARHRA), where she co-directs the “Arts, Images, Societies” axis with Marlen Scheinder. She obtained her Ph.D. in 2017 (a joint degree from the University of Rome 1 – La Sapienza and the University of Grenoble) with a dissertation titled L’arte dei frères voyant. Caratteristiche e dinamiche del mercato dell’arte surrealista a Parigi (1919-1930). Her research focuses on Italian and French art between the two World Wars, particularly on metaphysical and surrealist art, collecting, the art market, economic networks, and the actors who supported modernist movements in the first half of the 20th century. Several essays and articles on these topics have been published in international journals and catalogs. She has curated the exhibitions Giorgio de Chirico e Alberto Savinio. Una mitologia moderna (Parma, 2019), Giorgio Morandi. La collezione Magnani-Rocca (Grenoble, 2021), Giorgio Morandi. Capolavori dalla Fondazione Magnani-Rocca (London, 2022) e Il Surrealismo e l’Italia (Parma, 2024).