Fotogrammi di pittura

Fino al 29 maggio 2022

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (il 5 marzo 1922, Bologna) la mostra focus allestita dalla Fondazione Magnani-Rocca evidenzia la piena apertura del poeta-regista al dialogo fra letteratura, cinema, arti figurative alla ricerca di quelle “corrispondenze” che furono al centro dell’interesse intellettuale anche di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca, che visse a Roma nello stesso periodo di Pasolini e che ne possedeva le pubblicazioni. Particolare rilievo viene dato ai riferimenti artistici ed estetici nei film di Pasolini.

Pier Paolo Pasolini, Roma  1971 – foto di Sandro Becchetti

Il progetto dell’esposizione – a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera – dal titolo Pier Paolo Pasolini. Fotogrammi di pittura, trae origine dal fatto che Pasolini, pittore egli stesso per tutta la vita, indicava sempre i modelli pittorici come riferimenti per il proprio linguaggio cinematografico, più per stile che per iconografia, spesso costruendo le inquadrature come scene dipinte, senza tuttavia farne citazioni semplicemente estetiche ma esprimendo efficacemente contenuti molto complessi, resi così universalmente comprensibili. L’inquadratura immaginata come un quadro spiega la preferenza di Pasolini per il campo fisso: “come se io in un quadro – dove, appunto, le figure non possono essere che ferme – girassi lo sguardo per vedere meglio i particolari”; quindi la pittura risulta un mezzo congeniale per un linguaggio filmico di impronta “astorica”. La citazione artistica viene espressa attraverso la messa in posa, i lunghi primi piani che sottolineano la ieraticità dei volti (di attori presi il più delle volte dalla strada) e la ricostruzione di veri e propri tableaux vivants.

In mostra locandine originali dei film, al tempo spesso considerati scandalosi e quasi sempre vietati ai minori di 18 anni, rare fotografie d’epoca e la galleria fotografica delle opere d’arte che Pasolini ebbe come riferimento, in accostamento alle scene tratte dai film.

Particolarmente nel suo primo film Accattone (1961) emerge l’influenza del celebre studioso e critico d’arte Roberto Longhi, del quale Pasolini fu allievo all’Università di Bologna, e delle sue lezioni sul Romanico, su Masaccio e su Caravaggio. Sulla scelta del protagonista del suo secondo film Mamma Roma (1962), spiegava Pasolini:  “Ho visto Ettore Garofolo mentre stava lavorando come cameriere in un ristorante dove una sera ero andato a mangiare, […], esattamente come l’ho rappresentato nel film, con un vassoio di frutta sulle mani come la figura di un quadro di Caravaggio”; la drammatica immagine finale del ragazzo, sconvolto dalla rivelazione del “mestiere” della madre, morente e legato nell’infermeria della prigione, riprende il Cristo morto (1485) di Andrea Mantegna, in una evidente sovrapposizione del sacrificio di Cristo con le sofferenze dei miseri.

Fotogramma dal film di Pier Paolo Pasolini Mamma Roma, 1962. Il regista cita il Giovane con canestra di frutta di Caravaggio.
Per gentile concessione di Reti Televisive Italiane S.p.A. ed Infinity
Caravaggio, Giovane con canestra di frutta, 1593-1594, olio su tela
Roma, Galleria Borghese

Ne La ricotta, episodio da RoGoPaG (1963), Pasolini attraverso i dettami di Orson Welles, nel ruolo di un regista suo alter-ego che dirige un film sulla Passione di Cristo, ricostruisce a tableau vivant, due opere di manieristi toscani: la monumentale Deposizione di Cristo di Rosso Fiorentino (1521) e l’altrettanto imponente pala, di analogo soggetto, del Pontormo (1526-1528). Numerosi sono i riferimenti pittorici anche ne Il Vangelo secondo Matteo (1964) e Teorema (1968) – in particolare Piero della Francesca e Francis Bacon -, poi ne Il Decameron (1971) col regista che dichiara il suo debito verso Giotto e Velázquez; ma la grande arte è presente nella concezione estetica di tutti i film di Pasolini, fino all’ultimo, lo scandaloso quanto lucidissimo e profetico Salò o le 120 giornate di Sodoma.

L’estremo tableau vivant è la morte caravaggesca del regista a Ostia il 2 novembre 1975.

La mostra si fregia del patrocinio e della collaborazione del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (PN) e del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini presso la Fondazione Cineteca di Bologna.

La collaborazione con la Fondazione AAMOD consentirà la visione in sede espositiva del documentario “Pasolini cultura e società” (1967) di Carlo Di Carlo.

Il catalogo della mostra (Silvana editoriale) presenta saggi di Roberto Chiesi (“Il cinema di Pasolini”), Mauro Carrera (“Pasolini come personaggio e icona”), Stefano Roffi (“Pasolini mette in scena la pittura”).


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Pier Paolo Pasolini. Fotogrammi di pittura

Fino al 29 maggio 2022.

Aperto anche tutti i festivi.

Orario:
dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18).
Lunedì chiuso (aperto lunedì di Pasqua).

Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).

Ingresso:
Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti – € 10,00 per gruppi di almeno quindici persone – € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it

Ristorante tel. 0521 1627509 whatsapp 393 7685543 email marco@bstro.it
Consultare il sito www.magnanirocca.it per le modalità di visita in sicurezza.

Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera, saggi in catalogo di Mauro Carrera, Roberto Chiesi, Stefano Roffi.

Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Simone Raddi gestione2@studioesseci.net tel. 049 663499 Cartella stampa e immagini: www.studioesseci.net
La mostra è realizzata grazie al contributo di:

La mostra è realizzata grazie al contributo di:
FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA.

Media partner: Gazzetta di Parma.
Con la collaborazione di: Angeli Cornici, Bstrò, Cavazzoni Associati, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.
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