Due amici, due allievi dello stesso maestro, ma anche due personalità diversissime e due destini quasi opposti. Lo slancio vitale e la forza contro la grazia e l’equilibrio del movimento, l’esplosione contro la geometria. Severini e Boccioni celebrati da due grandi mostre nella ricorrenza della loro scomparsa.

Quando diciamo Futurismo c’è una foto che salta subito alla mente: è lo scatto di gruppo dei cinque uomini con la bombetta. Sono gli artisti italiani artisti presenti all’inaugurazione della prima mostra futurista a Parigi, nel 1912. Marinetti, fondatore del movimento, è al centro della scena con i suoi baffi ricurvi e sembra fissare il pubblico dritto negli occhi. Alla sua destra con tanto di bastone e la stessa barbetta mefistofelica ci sono Russolo e Carrà. Infine alla sua sinistra ci sono Umberto Boccioni, elegante e dallo sguardo un po’ perplesso, e Gino Severini, malinconico, con la sigaretta in bocca e un libro in mano.

Futuristi,_Russolo_Carra_Marinetti_Boccioni_Severini

Al momento della memorabile foto Severini e Boccioni si conoscono già da tempo, sono stati entrambi allievi di Giacomo Balla e insieme hanno frequentato il suo studio di Roma sperimentando prima il Divisionismo e poi il germe di quello che diventerà, di lì a poco, il Futurismo.

A sinistra: Umberto Boccioni, La signora Sacchi, Civico Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco. A destra: Gino Severini, Femme cousant, 1907, pastello su carta.

I due artisti sono amici e condividono gli stessi ideali artistici, ma hanno caratteri molto diversi: irruento e a tratti rissoso Boccioni, quanto riflessivo Severini. Nelle loro opere si legge la stessa passione per la modernità veloce, incarnata soprattutto dalla città viva e pulsante: ma se in Boccioni questa forza si esprime attraverso colorati lampi di slancio vitale, in Severini ha la forma di luminose “danseuse” di cabaret, frammentate nel movimento armonico del loro balletto modernissimo.

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Umberto Boccioni Elasticità 1912, olio su tela. Coll. Jucker Milano, Museo Del Novecento.

Due personaggi affini ma diversi, Severini e Boccioni anche nel loro destino: Severini continuerà a dipingere fino ad ottant’anni proseguendo un percorso di ricerca artistica che torna eternamente su temi ricorrenti al di là del tempo e delle differenti corrente aristiche. Boccioni invece morirà a soli 33 anni in un incidente fatale durante un’esercitazione militare, una futuristica caduta da cavallo che interrompe improvvisamente la sua parabola artistica, consumatasi velocemente come una cometa.

Gino Severini Danseuse articulee 1915
Gino Severini Danseuse articulee 1915

A 100 anni dalla morte di Umberto Boccioni e a 50 da quella di Gino Severini due mostre celebrano il loro talento: Boccioni 100. Genio e memoria al Palazzo Reale di Milano, dal 23 marzo fino al 10 luglio, e SEVERINI L’emozione e la regola alla Fondazione Magnani Rocca fino al 3 luglio, da visitare entrambe per ricostruire un’epoca straordinaria e scoprire due grandi protagonisti dell’Arte italiana del Novecento.

testo di Federica Zancanaro