Perché Cleopatra e Marilyn sono diventate icone POP

Proprio in questi giorni si confrontano, a pochi passi l’una dall’altra, nelle sale della Villa dei Capolavori Marilyn e Cleopatra, due donne che sono state capaci di entrare nell’immaginario Pop, trasformandosi in icone senza tempo. Hanno vissuto epoche molto distanti eppure è interessante trovare alcune inaspettate analogie nelle loro tormentate esistenze

Marilyn e Cleopatra sono nomi d’arte

Ogni grande diva se vuole essere ricordata per sempre deve scegliere un nome d’arte. Marilyn viene registrata dall’anagrafe di Los Angeles come Norma Jeane Mortenson, sarà un agente di Hollywood a consigliarle un cambio di immagine prendendo il cognome della madre, Monroe, e il nome di una celebre attrice e ballerina del cinema muto, Marilyn Miller.

certificato di nascita di Norma Jean Mortenson

Anche Cleopatra nella sua vita cambia nome più volte, nata Cleopatra Tea Filopatore sarà conosciuta anche come Cleopatra Tea Neotera Filopatore, Nea Iside e Cleopatra VII.

Fecero innamorare gli uomini più importanti del loro tempo

Il primo incontro tra Cleopatra e Giulio Cesare (uno degli uomini più potenti del mondo antico) è così epico che ne hanno parlato per secoli, da Strabone ai fumetti di Asterix. E’ leggendario l’episodio in cui la regina egizia si fece arrotolare in un telo pur di raggiungere gli appartamenti di Cesare senza farsi intercettare dalle guardie. Dopo la morte di Cesare Cleopatra diventò l’amante di un’altra figura di potere dell’antica Roma, il triumviro Marcantonio.

Elizabeth Taylor e Richard Burton nel film Cleopatra (1963) di 
Joseph L. Mankiewicz.

Al contrario il primo amore di Marilyn non era né famoso né potente. Per sfuggire da una situazione famigliare difficile si sposò a soli 16 anni con il suo vicino di casa Jim Dougherty. Jim era un semplice marinaio mentre i mariti successivi furono tra le personalità più famose dell’America del dopoguerra. Il primo è la star del baseball Joe Di Maggio, un uomo violento che non smise mai di amarla, anche dopo il divorzio, e che dichiarò il suo amore anche pochi giorni prima della morte dell’attrice. Il secondo è lo scrittore Arthur Miller che disse di lei:

«Si materializzò sulla porta come l’ultimo dei pensieri, quello che non ti capita mai in testa, quello che quando arriva fa “bang” e per qualche minuto hai la mente vuota e non sai pensare ad altro»

Marilyn Monroe e John Fitzgerald Kennedy nel 1962

Come per Cleopatra anche per Marilyn arriva il momento dell’incontro con l’uomo più potente del suo tempo, il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. La relazione, mai confermata, con John (e in seguito con il fratello Robert) porterà addirittura l’attrice sotto il mirino dell’FBI.

Venerate come divinità

Cleopatra amava mostrarsi in pubblico vestita e truccata come nelle raffigurazioni sacre della dea con la lunga tunica e il copricapo a forma di trono. Si era autodefinita “reincarnazione della dea Iside” e come tale veniva venerata. Secondo Plutarco, era piccola ed esile, di lei più che la bellezza fisica colpiva la personalità fortemente carismatica, era infatti una donna colta, abile nella retorica, che conosceva le tragedie greche, l’astronomia, la geometria, la medicina e parlava otto lingue diverse.

Incisione che riproduce un ritratto di Cleopatra in encausto ritrovato a Villa Adriana

Marilyn fu già in vita una divinità Pop, adorata come incarnazione vivente delle Pin-up e divenuta celebre grazie alle numerose apparizioni cinematografiche, alle immagini su giornali e riviste. Nell’immaginario contemporaneo Marilyn rappresenta il mito della Bellezza. Apparentemente leggera, svampita e sempre sorridente, Marilyn in realtà era profondamente fragile. Le era stata diagnosticata una personalità borderline, paranoica e schizofrenica (si dice facesse le sedute di psicanalisi 5 volte a settimana). Era piena di ansie, si imbottiva di pillole, soffriva di insonnia e abusava di alcol.


Marilyn Monroe nel 1962


«Hollywood è un posto dove ti pagano migliaia di dollari per un bacio e solo cinque centesimi per la tua anima»

Marilyn

Forse anche grazie a questo alone dark, a questa anima in eterno conflitto, che il mito di Marilyn nato sul grande schermo è proseguito anche dopo la sua morte, trasformandosi in una sorta di culto della società di massa.

Una fine tragica

La storia dei mezzi di informazione di massa insegna che una brutta notizia fa sempre molto più rumore di una notizia positiva. Sia Cleopatra che Marilyn morirono in un modo tanto tragico quanto indimenticabile.

Secondo le leggende Cleopatra si tolse la vita poco dopo la morte di Marcantonio con il veleno di un aspide che aveva fatto nascondere in una cesta di fichi (anche se recenti studi hanno evidenziato che molto probabilmente ad ucciderla fu un -meno romantico- cocktail letale di oppio, aconito e cicuta).

Il corpo di Marilyn senza vita fu ritrovato nella sua abitazione di Los Angeles il 5 agosto del 1962, all’età di 36 anni. Anche se la versione ufficiale parla di suicidio per overdose di barbiturici, molti hanno avanzato ipotesi più fantasiose: Marilyn uccisa da un killer della mafia o addirittura vittima di un complotto organizzato da Robert Kennedy.

Avevano fama di cattive ragazze

La fama di peccatrice nel caso di Cleopatra ha contribuito non poco a renderla un’icona immortale. Fino al ‘700 è rappresentata come la femme fatale che seduce e porta alla rovina Cesare e Marcantonio. Saranno solo i preraffaelliti a fine ‘800 a riscoprirne il fascino misterioso di bella regina d’Egitto. La Cleopatra di Arnold Böcklin (dipinta nel 1872) è una regina morente che ha perso la carica erotica delle rappresentazioni classiche per  trasformarsi in un’icona enigmatica dai riferimenti fortemente simbolici.


Arnold Böcklin (1827-1901), La morte di Cleopatra, 1872, olio su tela
Marilyn al Waldorf Astoria Hotel di New York nel 1957

A dispetto dell’immagine candida che recitava sul grande schermo la figura pubblica di Marilyn Monroe fu spesso al centro dei pettegolezzi, alimentati dall’instabile vita sentimentale dell’attrice. Gli scandali continuarono anche dopo la sua morte. Ad esempio quando, nel 1987, la rivista Playboy pubblicò una serie di scatti erotici che Marilyn aveva concesso quando non era ancora una star e si trovava in ristrettezze economiche.

Sono diventate icone grazie al cinema e alla pittura

Una bellezza straordinaria, una fine tragica e un bagaglio infinito di leggende, amori celebri. Grazie a questi ingredienti le due icone Marilyn e Cleopatra sono diventate le muse di centinaia di opere tra dipinti, film, fumetti, canzoni.

Elizabeth Taylor ne titoli di testa del film Cleopatra (1963) di  Joseph L. Mankiewicz

A più di duemila anni dalla sua morte Cleopatra raffigurata da centinaia di artisti tra cui: Tiepolo, Michelangelo, Guercino, Guido Reni, Artemisia Gentileschi, Delacroix, John William Waterhouse e naturalmente Arnold Böcklin. La consacrazione definitiva della regina arriva con il colossal di Joseph L. Mankiewicz del 1963 dove Cleopatra è interpretata da Elisabeth Taylor, senza contare le innumerevoli rivisitazioni in chiave Pop, dai fumetti di Asterix ai videoclip musicali di Katy Perry. Il mito di Cleopatra continua a stuzzicare l’immaginario comune.

Andy Warhol, Marilyn, 1979-1986. Collezione privata, Londra © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc., by SIAE 2018

Il mito di Marilyn viene invece consacrato definitivamente nel 1962, a pochi giorni dalla sua scomparsa, da Andy Warhol. Warhol colpito dalla tragica morte dell’attrice decide di dedicarle un ritratto, partendo da una foto di scena del film Niagara. Il ritratto di Marilyn nelle sue infinite repliche è oggi senza ombra di dubbio il ritratto più importante di tutta la Pop Art

Silvia Paglino
studentessa presso la facoltà di Modena di Lingue, Culture e Comunicazione con curriculum Arti e Spettacolo. Laureata in precedenza in lingue a Parma, ama l’arte, la fotografia e viaggiare.


CLEOPATRA E MARILYN. ICONE IMMORTALI

Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).

Dal 17 ottobre al 9 dicembre 2018.  Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche 1° novembre e 8 dicembre. Lunedì chiuso.

Ingresso: € 10,00 valido anche per la mostra “LICHTENSTEIN e la Pop Art americana” e per le raccolte permanenti – € 5,00 per le scuole.

Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148  info@magnanirocca.it  www.magnanirocca.it    

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