Luigi Magnani e Giorgio Morandi
Tra Luigi Magnani e il pittore bolognese Giorgio Morandi esisteva uno speciale rapporto di amicizia, testimoniato ancora oggi dai cinquanta Morandi conservati nella collezione permanente della Villa dei Capolavori.
La collezione dei cinquanta Morandi della Fondazione Magnani Rocca, particolarmente significativa perché è stata formata durante la vita del pittore e all’interno di un rapporto di stima e di amicizia col collezionista, è rappresentativa di tutti i soggetti e le tecniche morandiani. Diciassette sono i dipinti a olio, cinque gli acquerelli, otto i disegni, venti le incisioni: fra i dipinti troviamo la rarissima Natura morta del 1918 del periodo metafisico, l’Autoritratto giovanile del 1925 dalla costruzione cezanniana; vi è persino un “unicum” Natura morta (Strumenti musicali), dipinto da Morandi nel 1941 appunto per Magnani, espressione di una generosità speciale nei confronti dell’amico, e molti altri quadri con “Bottiglie”, “Fiori”, “Paesaggi” fino a una Natura morta dipinta nel 1963 che, come i lavori grafici del medesimo periodo, si presenta al massimo della sintesi.
Si sa che Morandi si privava con dispiacere delle proprie opere e sceglieva con cura i destinatari, per cui questo consistente gruppo rappresenta un’eccezione davvero importante, formato con criterio amicale (talora per Natale o Pasqua Morandi si presentava ospite con una nuova tela ricevendo in cambio prelibati prodotti delle fattorie Magnani) che, con l’integrazione di acquisti in asta o presso altri collezionisti, ha portato di fatto alla realizzazione di una raccolta di completezza e livello assoluti.
di Stefano Roffi