La vita di Luigi Magnani

Luigi Magnani, musicologo e critico d’arte, è il padre della Fondazione Magnani Rocca. A lui si deve infatti la preziosa collezione permanente oggi conservata proprio nella Villa dei Capolavori di Mamiano, un tempo sua residenza privata.

L

uigi Magnani nasce a Reggio Emilia il 29 gennaio 1906 da Giuseppe (Reggio Emilia, 20 gennaio 1879 — Parma, 20 dicembre 1960) imprenditore dedito all’allevamento di bestiame e alla produzione casearia, ed Eugenia Rocca (Chiavari, 5 marzo 1883 — Parma, 19 marzo 1967) di nobile famiglia ligure. Ha due sorelle, Lisetta (1903-1926) e Ada (1909-1929), morte entrambe giovanissime di tubercolosi.

Eugenia Magnani Rocca, una foto degli anni trenta
Eugenia Magnani Rocca, una foto degli anni trenta

Nel 1927, ancora studente universitario, gli viene conferito il. premio “Campanini” della Regia Deputazione di Storia Patria per la memoria presentata su Gerolamo Toschi e l’Accademia Romana di Filosofia Naturale.

Nel 1929 si laurea in Lettere Moderne con una tesi in storia dell’arte sullo scultore modenese del Cinquecento Antonio Begarelli. Nello stesso anno, ad attestare il suo interesse per la scultura, compie uno studio sullo scultore reggiano rinascimentale Clemente per le “Cronache dell’Arte”, pubblicazione diretta da Francesco Malaguzzi.
Per vari anni scrive contemporaneamente appunti per tre romanzi mai terminati: La Duchessa di Roccamurata, Estate e Ragazzi precoci, che raggruppano le memorie autobiografiche della giovinezza di Luigi Magnani e delle sue sorelle.

Lisetta Magnani, sorella di Luigi Magnani
Lisetta Magnani, sorella di Luigi Magnani

Negli anni Trenta collabora con la “Pontificia Accademia Romana” con consulenze artistiche; in particolare, nel febbraio 1932, tiene una conferenza sul tema Un polittico trecentesco inedito della Pinacoteca Vaticana. Nel medesimo periodo collabora con l’Istituto Treccani ad alcune voci dell’Enciclopedia Italiana sempre inerenti la storia dell’arte.

Ada Magnani, sorella di Luigi
Ada Magnani, sorella di Luigi

Nel 1938 si abilita alla libera docenza in storia dell’arte medioevale e moderna. Oltre alla storia dell’arte, la grande passione di Magnani è certamente la musica; fin da bambino la madre Eugenia lo aveva avviato allo studio del pianoforte. Tale studio non rimane a livello dilettantesco, tanto che Magnani ha come maestri di composizione Alfredo Casella e Raffaele Casimiri. Per alcuni anni si dedica con passione alla composizione: I Canti di Michelangelo, per voce e pianoforte, I Cori della Passione, per voci sole, Oratorio di Emmaus, Pavane, La Passacaglia, Due Stanze di canzone, tutte eseguite in diverse occasioni negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta. Quando, il 16 ottobre 1952, viene eseguita al teatro San Carlo di Napoli Pavane, diretta dall’amico Carlo Zecchi, sul “Mattino” di Napoli si scrive: “…E così le altre cose eseguite, tra cui nuova per Napoli, anche se assai poco nuova per la musica, una delicata pagina, Pavane, di Luigi Magnani”.

Nel 1941 la famiglia Magnani acquista le proprietà di Mamiano dai conti Zileri-Dal Verme, compresa la villa dove oggi è interamente esposta la raccolta di opere d’arte di Luigi Magnani.
Risale al medesimo periodo uno degli incontri fondamentali per il Magnani collezionista: quello con il pittore Giorgio Morandi che conosce a Colorno presso un altro collezionista parmigiano, Glauco Lombardi, la cui collezione costituisce oggi a Parma il Museo dei cimeli di Maria Luigia, duchessa di Parma. Altri artisti che Magnani frequentò furono Burri, Clerici, de Pisis, Guttuso, Leoncillo, Manzù, Savinio, Tamburi.

Il Commendator Giuseppe Magnani
Il Commendator Giuseppe Magnani

Nel 1943 riprende la collaborazione con l’Istituto Treccani per la stesura di un grande Dizionario Biografico degli Italiani, dal Medio Evo alla contemporaneità, occupandosi delle biografie di scultori emiliani del Cinquecento. Collabora inoltre alla sezione musicale di un Dizionario delle Arti Contemporanee per la Casa Editrice Ferdinando Ballo di Milano. Gli interessi di Magnani continuano per tutta la vita a essere rivolti contemporaneamente alla storia dell’arte, alla musica e alla letteratura, cosicché, alla fine degli anni Quaranta, mentre tiene presso l’Accademia Filarmonica Romana una conversazione sulle “tecniche musicali moderne”, scrive un saggio su Mallarmé e, dal 1949 al 1962, insegna Storia delle Arti decorative del manoscritto e del libro all’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 1949 al 1967 ottiene altri incarichi di insegnamento presso la Sala Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell’Università di Roma. Negli anni Cinquanta, periodo in cui Magnani vive prevaler mente a Roma per l’impegno universitario, usa tenere concerti nella sua casa invitando interpreti prestigiosi. Nel 1950 diviene presidente dell’Associazione Italo-Francese Parma e organizza un Comitato per la commemorazione di Stendhal al quale partecipano numerose personalità della cultura francese.
Entra poi a far parte della Pontificia Insigne Accademia dei Virtuosi al Pantheon di Roma.

Nel 1952 l’Accademia di Belle Arti di Parma lo nomina Accademico d’Onore per i suoi “riconosciuti meriti”.

Nel 1956 tiene all’Istituto Italiano di Studi Germanici in Roma una conferenza sul tema “Goethe e Mozart” che attesta il continuo interesse di Magnani all’accostamento tra le diverse forme d’arte per rivelarne reciproche affinità e influenze in una concezione della cultura in senso veramente globale, da autentico umanista al di fuori da confini ristretti e schemi predeterminati. Sempre nel 1956 è tra i fondatori di “Italia Nostra”.

Nel 1957 la casa editrice Ricciardi pubblica Le frontiere della musica, raccolta di saggi di Magnani già pubblicati ne “La Rassegna musicale”, “Paragone”, “Tempo presente”. I saggi hanno comune lo studio dei rapporti determinatisi nel corso dei tempi musica e poesia, l’analisi della struttura formale della musica, le concezioni musicali di poeti e scrittori quali Goethe, Herder, Stendhal, Heine, Mallarmé, Mann, le poetiche di musicisti quali Monteverdi, Mozart, Beethoven, Wagner, Hindemith, Schoenberg; in particolare le affinità elettive percepibili tra Mozart e Goethe. Schoenberg e Mallarmé, sono oggetto di un accurato esame. A proposito di questi scritti abbiamo le recensioni di Alberto Pironti da “Il Punto”, 29 giugno 1957, e di Massimo Mila per “L’Espresso”, 25 agosto 1957: “…preziosità estetizzante dell’informazione aggiornatissima ma anche erudizione prelibata grande competenza, precisione suggestiva di termini, seducente tecnica da intenditore…”; “…se c’è uno che sarebbe in grado di riuscire a spiegare alla gente come si possa godere sibariticamente la musica di Hindemith o di Schoenberg, questo è proprio lui…”. Sempre degli anni Cinquanta sono alcuni saggi per la rivista “La rassegna Musicale” diretta da Guido M. Gatti. Magnani è inoltre relatore di numerose conferenze e autore di saggi su Beethoven quali Verità e poesia in Beethoven, Ideale della libertà e il finale della Nona, Umanesimo in Beethoven, oltre che curatore di una serie di trasmissioni per la RAI sempre su Beethoven.

Luigi Magnani - ritratto da Milton Gendel (1977)
Luigi Magnani – ritratto da Milton Gendel (1977)

Nel 1960 la E.R.I. di Torino gli pubblica Gli affreschi della Basilica di Aquileia, affreschi del secolo XI. Il volume viene offerto dalla RAI ai delegati degli organismi Radio e TV aderenti al Prix Italia, riuniti a Trieste, nel settembre 1960. Scrive di questo studio Paola della Pergola, Direttrice della Galleria Borghese di Roma, su Paese Sera del 30 giugno 1961: “…Lontano dall’erudizione che fa così spesso ottuso il linguaggio della critica d’arte e che specie per il Medio Evo allontana il pubblico dalla conoscenza di tanti capolavori; lontano anche da un discorso troppo coerente, a carattere quasi giornalistico, questo volume unisce alla sicurezza della trattazione scientifica, l’espressione di una partecipazione sensibile che sa trasmettere al lettore, senza nulla togliere all’esattezza storica e alla valutazione di una critica obiettiva…”. Sempre per la RAI tiene una conversazione sul tema Proust e la musica seguita da una su Schoenberg; come riconoscimento per la sua attività di diffusione nel campo musicale gli viene conferito il premio “Provincia di Reggio Emilia per la Musica” e il “Microfono d’argento” 1959 per la categoria “Rubrica musicale”. Al 1962 risale la pubblicazione de I quaderni di conversazione di Beethoven, contributo tra i più importanti per l’approfondimento e l’interpretazione di quegli straordinari documenti rappresentati dai taccuini su cui Beethoven negli ultimi anni, impedito dalla sordità, comunicava con gli amici.

Nel 1964, in occasione della morte di Morandi, presenta in RAI un ricordo dell’artista, del quale, due anni dopo, seguirà, come membro del comitato d’onore, l’ampia rassegna nell’ambito della Biennale d’Arte di Venezia; sempre nel 1964, ancora per la RAI, cura una serie di trasmissioni nel quarto centenario della morte di Michelangelo; scopo delle trasmissioni è spiegare la posi-ione di Michelangelo nella cultura del Rinascimento mediante l’illustrazione dei contenuti ideologici e religiosi delle sue opere di pittura, scultura, architettura, insistendo particolarmente sulle loro particolarità iconologiche e sui significati simbolici.

Il 1967 rappresenta per Magnani un periodo di grande dolore segnato dalla scomparsa della adorata madre Eugenia, che sempre lo aveva sostenuto nella scelta di vita volta più a interessi umanistici che agli affari di famiglia.

Nel medesimo anno fa parte della giuria del Premio Puccini per un’opera lirica di cui il Teatro Alla Scala era patrocinatore. Magnani tiene una fitta collaborazione con numerosi enti lirici curando la stesura di libretti di presentazione critica a varie opere quali Pelléas et Mélisande di Debussy nel 1962 e Tristano e Isotta di Wagner nel 1959 e 1964 per il Teatro Alla Scala di Milano, Fidelio di Beethoven nel 1962 e il Franco Cacciatore di von Weber nel 1973 per il Teatro Municipale di Reggio Emilia, ancora il Franco Cacciatore per il Teatro Comunale di Bologna nel 1972-1973, Parsifal di Wagner nel 1975 per il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi” di Trieste.

Nel 1968 scrive un saggio sul compositore contemporaneo Luigi Dallapiccola, per la rivista dell’Ente Autonomo Biennale di Venezia. Ancora nel 1968 partecipa al concorso per professore straordinario alla cattedra di Storia della musica dell’Università di Pavia, che non vince; ottiene invece un incarico, sempre in Storia della musica, dall’Università di Lecce. Nel 1969 tiene una conferenza su Michelangelo a villa San Paolo a Firenze per il Centro Studi della Stanford University, mentre nel 1970 partecipa a Vienna al simposio su Beethoven. Nel medesimo anno collabora alla “Rivista Internazionale di Estetica e di Sociologia della Musica”. Anche a Parma Magnani prosegue l’attività di musicologo tenendo, nel 1972, una conferenza presso l’Istituto di Studi Verdiani sul Franco Cacciatore di Weber. Organizza inoltre un breve corso dedicato alle origini del melodramma per l’Istituto per il Film e le Arti dello Spettacolo, presso l’Università Internazionale dell’Arte di Firenze, diretta da Carlo Lodovico Ragghianti, collaborazione che proseguirà negli anni successivi.

Sempre nel 1972 viene pubblicato da Einaudi Nipote di Beethoven, che vince il premio selezione Campiello; dal romanzo viene tratto nel 1985 un film diretto da Paul Morrissey, con sceneggiatura di Anna Vescovi, di scarsissimo successo di pubblico e di critica. Inizialmente aveva preso in esame il progetto la regista Liliana Cavani, che cercò di coinvolgere per il ruolo di Beethoven, Marlon Brando e Albert Finney. È questo il periodo dei tanti incontri musicali in villa: il Quartetto italiano, Elisabeth Schwarzkopf, Nikita Magaloff, Magda Tagliaferro.

 Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. Interno della villa ai tempi di Magnani

Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. Interno della villa ai tempi di Magnani. Foto di Milton Gendel (1977)

Dal 1976 Magnani abbandona l’insegnamento presso l’Università di Roma e si ritira definitivamente in campagna nella villa di Mamiano. Da questo momento perfeziona l’idea di creare una fondazione artistica e intensifica la ricerca di opere d’arte per arricchire la sua collezione, spesso avvalendosi dei suggerimenti dei critici d’arte suoi amici: Arcangeli, Argan, Ballo, Berenson, Bertelli, Brandi, Briganti, Cera, Chastel, Della Pergola, Emiliani, Fiocco, Frommel, Gassier, Gonzàles-Palacios, Haskell, Longhi, Molajoli, Pallucchini, Parronchi, Pope Hennessy, Quintavalle, Ragghianti, Rosenberg, Sgarbi, Solmi, Tassi, Toesca, Vitali, Zeri. La prima opera acquistata, con vero e proprio intendimento collezioni stico, risale al 1943 con il dipinto di Pietro di Francesco Orioli Sacra Famiglia con quattro Angeli della principessa Palmieri Nuti di Siena, seguito alcuni anni dopo dal trittico di Giovanni del Biondo. Dopo altre importanti acquisizioni negli anni Cinquanta, nel 1962 giunge a Mamiano la Sacra conversazione di Tiziano, uno dei capolavori della prima maturità del grande cadorino.
Nel 1968 riesce a entrare in possesso, dopo una lunga trattativa con le monache di Bagnacavallo, della rarissima tavola di Albrecht Dürer Madonna col Bambino. L’altra perla della collezione, la grande tela di Goya La famiglia dell’infante don Luis arriva nel 1974, proveniente dal palazzo fiorentino dei Ruspoli per una cifra davvero impressionante per quei tempi che Magnani impegna non senza sacrificio per il grande amore per l’arte e per quest’opera che continua ad appassionare tutti coloro che la vedono esposta a Mamiano. Tra le opere contemporanee, spicca il nucleo degli splendidi e significativi acquerelli di Cézanne, acquisiti negli anni Settanta e Ottanta; l’attuale sala dei Cézanne della Fondazione Magnani Rocca è certamente una rara testimonianza di collezionismo colto e raffinatissimo. L’ultimo dei tanti capolavori raccolti è la scultura di Antonio Canova Tersicore che, giunta a Mamiano negli ultimi giorni di vita di Magnani, testimonia ormai che la volontà del collezionista non era più volta al godimento privato ma al prezioso dono che stava per fare alla collettività.

 Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. Colazione nella loggia ai tempi di Magnani

Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. Colazione nella loggia ai tempi di Magnani. Foto di Milton Gendel (1977)

Infatti, già nel 1977 aveva costituito giuridicamente la Fondazione Magnani Rocca, per ricordare il padre Giuseppe e la madre Eugenia Rocca, della quale è ovviamente presidente a vita. Risale al 1976 il libro Goethe, Beethoven e il demonico, mentre nel 1978 viene pubblicato La musica in Proust.

Nel 1979 gli viene conferito il premio mondiale “Targa d’oro per l’Ecologia” a testimoniare l’apprezzamento per il contributo di scienza e di docenza all’impegno per una migliore qualità della vita dell’uomo, che si riscontrano in tutta la vita di Magnani. Anche l’opera di Stendhal rimane uno degli interessi costanti nell’attività di Magnani: infatti, nel 1980 viene pubblicato L’Idea della Chartreuse che, l’anno successivo, riceve il premio “Otto/Novecento” di critica letteraria per la sezione “Edito”. Esce Il mio Morandi, presentato il 14 ottobre 1982 da Eugenio Riccomini, che testimonia l’amicizia ventennale tra i due personaggi e raccoglie l’intero loro carteggio e le riproduzioni di alcune opere (in tutto cinquanta nella raccolta Magnani).

Nel 1983 Magnani espone la sua collezione di arte contemporanea nella mostra “Da Cézanne a Morandi e oltre” allestita nella villa di Mamiano non ancora restaurata, dove le numerose opere vengono esposte nell’orangerie ampliata e riadattata, dopo che nel salone della villa dal 1974 campeggiava il grande Goya. Fino all’ultimo Beethoven rimane uno dei suoi interessi prevalenti: ancora una volta, nel 1984, privilegia una chiave di lettura anche letteraria scrivendo Beethoven lettore d’Omero. Nel medesimo anno viene eletto membro d’onore della Società Universitaria per gli Studi di lingua e letteratura francese, candidatura proposta da Giovanni Bogliolo e Carlo Bo.

Luigi Magnani muore nella villa di Mamiano il 15 novembre 1984, assistito da Elge Gazza e Virginio Terenziani; due mesi prima aveva presentato la sua collezione di arte antica nella mostra dal titolo “Fondazione Magnani Rocca. Capolavori della pittura antica” dal 15 settembre al 14 ottobre 1984 al Palazzo Magnani di Reggio Emilia.

Notizie biografiche desunte dall’archivio della Fondazione Magnani Rocca